martedì 26 luglio 2011

Jessica Malfatto vince il "Pavese Giovani 2011"

Ieri pomeriggio abbiamo appreso tutti (premiata compresa) dal blog di Giovanni Giuranna (bravo), la notizia che Jessica Malfatto, scrittrice e giornalista abitante a Palazzolo, aveva vinto il Premio  Letterario Pavese Giovani 2011 con l'opera inedita “False verità”. Ho posto a Jessica qualche domanda su questa bella affermazione.
Parlaci del premio che hai vinto
Il Premio Pavese Giovani 2011 è una sezione dedicata ai giovani che non hanno superato i 30 anni ed è riservata alle opere di narrativa o poesia o saggistica inedite. La motivazione non la conosco ancora, credo che la renderanno nota al momento della premiazione il 27-28 agosto.
Di che opera si tratta?
L'opera premiata è un racconto, il primo che ho scritto (nel 2009). Racconta un episodio drammatico, in cui sono protagoniste due ragazze, due amiche. Hanno caratteri opposti: Valeria è esuberante, testarda e annoiata, mentre Alessia è più sensibile, più attenta e, soprattutto più forte. Valeria, infatti, si scopre fragile. Sa di esserlo e cerca di mascherarlo con l'uso di droga e alcol, vuole prendere le distanze dalla realtà, in qualche modo. Divertimento al limite diventa la parola d'ordine. Alessia, nonostante sia così legata a Valeria e così, diciamo, dipendente da lei, non sale "sulla giostra". Dice "No" a quelle sostanze e ha uno scontro con l'amica proprio in discoteca, all'interno di un bagno. Davanti a loro la cocaina: Valeria rimane lì dentro, mentre Alessia esce e la abbandona lì. Ecco il momento decisivo: il "No" e il distacco da quell'amica che stava scivolando sempre più giù.
Alla fine della serata, Alessia, non vedendo tornare Valeria, ritorna in bagno e la vede lì, priva di sensi, vittima di un mix letale di sostanze e alcol. I soccorsi sono inutili e nemmeno la corsa in ospedale riesce a salvarla. "Stringo forte a me la vita. La mia vita" sono le parole di Alessia, con le quali si chiude il racconto. Non sappiamo se lei sarà vittima dei sensi di colpa, probabilmente sì, e non sappiamo nemmeno se passerà la vita a rimproverarsi per aver lasciato là dentro Valeria. Forse è stato un errore, ma probabilmente sarebbe potuto succedere anche in un'altra occasione.
Dalle parole di Alessia cogliamo l'attaccamento alla vita della ragazza, il bisogno incrollabile di trovare le risorse per vivere dentro di sé, senza il bisogno di cercarle nell'alcol e nella droga. Questo è il senso del racconto.
Che speranze hai di pubblicarlo?
Il racconto è troppo breve per poter essere pubblicato da solo (6 pagine). Però, chissà, inserito in una raccolta, accompagnato ad altri racconti che ho scritto... L'idea c'è e la volontà anche, si vedrà più avanti se ci saranno i presupposti per farlo.
Cos’hai in serbo nel cassetto?
Nel cassetto, al momento, c'è un manoscritto. Più che nel cassetto è sul desktop del mio computer ed è costantemente nella mia testa. Lo sto sistemando ed è un lavoro che richiede molto tempo e concentrazione. Bisogna fare attenzione a ogni singola frase, a ogni termine che viene usato.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti a Jessica Malfatto e al suo talento.Ricevere un premio come il Pavese Giovani è segno di "buona stoffa".Speriamo di leggerla presto.

gianfranco massetti