L’assessore al PGT, il vicesindaco Bogani, ha chiesto nei giorni scorsi ai partiti un contributo di idee per la redazione del nuovo documento urbanistico e lo ha fatto allegando alla richiesta tre paginette scarne di “Linee Guida” che in pratica riflettono quelle che sono le sue idee sul futuro della città.
Una lettura poco edificante. Il documentino infatti gronda ideologia leghista da tutti i pori ed esprime una visione localista, angusta e a mio parere, incolta, dell’idea di città, un’idea urbanistica che definire superata e vecchia è troppo poco. C’è infatti un limite alla naturale ignoranza di un politico che si improvvisa urbanista e sociologo scrivendo cose come: “governare lo sviluppo della città per dare ai cittadini la possibilità di lavorare, consumare, vivere il quotidiano nei confini comunali” vuol dire essere convinti che Paderno sia una città medioevale circondata da mura turrite, dentro la quale i cittadini possono trovare tutto, a cominciare dal lavoro, senza dover necessariamente dover andare a Milano o altrove.
Bogani per difendere la “qualità dell’abitare” afferma che bisogna dire stop agli immigrati e frenare le dinamiche demografiche se queste non seguono lo sviluppo delle economie locali, costruire residenze apposite per anziani e giovani, incentivare le cooperative edilizie locali promuovendo il fantomatico “Piano casa”, fallito in tutta Italia. Per quanto riguarda il consumo di suolo egli scopiazza le idee più discutibili del PGT milanese (perequazione, registro dei diritti edificatori, ecc) poi afferma di voler “incentivare il riuso, anche con ampliamento, degli edifici esistenti, per soddisfare nuove esigenze abitative” ma non dice come, dal momento che ha appena cancellato per decreto gli incentivi volumetrici che finora l’amministrazione concedeva a chi abbatteva e ricostruiva un immobile obsoleto.
Vuol ridisegnare il centro cittadino (la piazza del Comune?) facendolo diventare il “polo di attrazione diurna e serale, feriale e festiva”, aprendolo al traffico automobilistico e insediando più commercio e più servizi (?). Contemporaneamente vuol fare lo stesso nei quartieri. Si devono recuperare le cascine e uniformare l’estetica cittadina, ridare ruolo alle piazze deserte e costruire con l’intervento dei privati un “palazzetto dello sport” polifunzionale. La chicca poi è questa: migliorare l’offerta di spazi per i giovani. Punto a capo.
Segue la lista della spesa dei servizi da realizzare e migliorare, dalle scuole ai mercati rionali, al verde, ai minialloggi per disabili, alle attrezzature sportive e ludiche di quartiere. L’indicazione più curiosa è: “prevedere la formazione di nidi aziendali”. Ma se sono aziendali (di quali aziende?) che c’azzecca il Comune?
Sul capitolo mobilità stendiamo un velo pietoso. La metropolitana, nella visione di Bogani, è la chiave di volta di tutto, però è importante anche accettare “l’abitudine e la necessità d’uso dell’auto...dotando la città di parcheggi diffusi”, cioè favorire l’aumento del traffico. Di viabilità alternativa, ciclabile e pedonale non si parla assolutamente. Le piste ciclabili non esistono nel medioevo leghista. E nemmeno la Rho-Monza; dell’autostrada a cielo aperto che la destra di governo vuol costruire a Paderno, infatti, non c’è traccia.
L’ambiente infine. No all’inceneritore, si alle energie pulite e rinnovabili, ma non si dice quanti pannelli solari si installeranno e dove per raggiungere l’autonomia energetica dal momento che si vieta di installarli su terreni “naturali”. Il sogno ambientalista rurale del vicesindaco è avviare una nuova produzione agricola nel Grugnotorto. Per quanto riguarda il commercio si propone di favorire quello di vicinato con la formazione di nuovi parcheggi (ma se è di vicinato a cosa servono?). Per quanto riguarda le imprese si intende incentivare l’insediamento di nuove attività, formare poli tecnologici e di ricerca che favoriscano la nascita e lo sviluppo di forte innovazione, centri di produzione di attività culturali, iniziative di recupero ambientale e per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Come e con quali strumenti farlo a Paderno Dugnano non è dato sapere.
Un sistema del verde diffuso nei quartieri dai quali i cittadini salendo sul fantomatico “raggio verde” possono “usufruire del sistema dei grandi parchi senza l’obbligo dell’uso dell’automobile”. Un sistema che preveda “il recupero degli episodi di aree residue all’interno dei centri edificati per formare isole ecologiche con la riproposizione di essenze vegetali autoctone a costituire poli di attrazione e di ripopolamento”. Che cavolo vorrà dire qualcuno un giorno ce lo spiegherà. E poi ancora: “Valorizzare i corsi d’acqua, naturali e artificiali, che attraversano il territorio comunale. Consolidare e, dove è possibile, ampliare il PLIS Grugnotorto Villoresi e il parco del Seveso”. Anche qui sotto l’etichetta, niente.
Il vicesindaco Bogani ha avuto due anni di tempo per studiarsi tutto il fascicolo, ma se dopo aver diffuso e raccolto un questionario (l’unica cosa precisa chiesta dai cittadini erano le piste ciclabili che lui avversa), dopo aver fatto un road show di ascolto e discussione nei quartieri, dopo aver chiesto il parere degli scolari delle scuole di ogni ordine e grado, dopo aver sollecitato tutti a dire “come volevano la loro città”, se dopo tutto ciò non riesce ad andare al di là di questo elenco di punti che erano già scritti nel piano di sviluppo della giunta e nel suo programma elettorale, c'è di che preoccuparsi. Non ci sono vincoli di sorta, non si fa cenno alle grandi infrastrutture viarie che interessano la città, non si parla di rapporti con il territorio circostante per quanto riguarda i problemi comuni e interconnessi quali la viabilità, i trasporti, la salute, la cultura, il verde, l'ambiente, la sicurezza, Non si parla nemmeno dell'ultimo progetto portato a sorpresa dalla giunta in Consiglio Comunale, quello sul Teleriscaldamento! Se è questo il documento sulla base del quale il professionista incaricato da Bogani dovrà redigere il PGT, tutto è possibile e nessuno potrà dormire sonni tranquilli.
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