domenica 29 maggio 2011

Pilato, lo scettico procuratore della Giudea

“Ponzio Pilato aggrottò le sopracciglia, si portò la mano alla fronte come chi vuole ritrovare un ricordo. Poi, dopo qualche istante di silenzio: “Gesù – mormorò – Gesù il nazareno? No, non ricordo”. Finisce così con questa immagine molto significativa il racconto breve di Anatole France, “Il procuratore della Giudea” tradotto da Leonardo Sciascia nel 1980 per Sellerio Editore.
L’autore pubblicò questo racconto nel 1902. Da allora e fino al 1920 rimase quasi ignoto avvolto in uno splendido isolamento - ha scritto Elvira Sellerio sul risguardo della copertina blu  del libretto (una trentina di pagine) -. Edizioni numerate e rare, ornate di incisioni originali perfette. E’ un isolamento che il racconto merita.
Il racconto dello scrittore francese descrive l’incontro tra due vecchi amici, Elio Lamia, tornato in Italia dopo lunghi anni di esilio in Oriente (una storia di adulterio) e Ponzio Pilato che aveva conosciuto e frequentato a lungo quando egli era Procuratore della Giudea a Gerusalemme “dove i Giudei mi abbeverarono di amarezza e disgusto” ricorda. Nell’incontro che avviene sulla strada tra Cuma e Baia, i due ormai anziani, ricordano le vicende di quella lontana provincia e in particolare la rivolta dai samaritani e gli intrighi della corte imperiale dove Claudio teneva presso di sé l’ebreo Agrippa che favoriva Vitellio. 
I due si rivedono a cena nella villa di Pilato. Stesi sul triclinio discutono della natura “barbara” degli ebrei che per amore della loro religione rifiutavano la civiltà romana. “Non hanno una esatta conoscenza della natura degli Dei” afferma Pilato, il quale ride all’idea proposta da Lamia che un giorno la loro religione sarebbe giunta fino a Roma come altri riti asiatici. E sentenzia “Non potendo governare un tale popolo bisognerà distruggerlo”.
Sciascia definì il racconto un apologo e un’apologia dello scetticismo “forse particolarmente salutare in  un momento in cui muoiono le certezze al tempo stesso che di certezze si muore”. Era il 1980 e nel mondo era cominciato il cosiddetto “riflusso” delle idee progressiste che negli ultimi 20 anni avevano scosso l'Occidente. L’Edonismo reaganiano  era alle porte.

Il procuratore della Giudea
Anatole France
con una nota di L. Sciascia
Sellerio Editore Paermo
48 pagine, 7.00 euro

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