Il blog del sito della destra padernese, Paderno7, ha ospitato un interessante botta e risposta tra un lettore e il gestore, Francesco Rienzo. Interessante perché riguarda i referendum su acqua e nucleare, e perché rivela chiaramente la concezione della democrazia sostanziale che coerentemente esprime questa destra, da Roma a Paderno Dugnano.
Il lettore Gianni scrive: “Domanda: perché, che io sappia, non esiste a Paderno (né mi pare altrove) un comitato per il no al referendum contro la privatizzazione del servizio dell’acqua potabile?Possibile che le forze che hanno promosso questo provvedimento improvvisamente la considerino una cosa così secondaria da non impegnarcisi? E allora perché l’hanno approvato?”
Risponde Francesco Rienzo: “Gianni, penso proprio perche chi è contrario al referendum non andrà a votare per non far raggiungere il quorum alla consultazione. Come sempre accade da quando esiste lo strumento del referendum abrogativo, chi è contrario non vota no né si impegna per far votare no, ma semplicemente non vota e fa sì che nessuno si interessi per andare a votare. Non è una bella cosa, ma il modo per far fallire dei referendum è solo questo, altrimenti vincerebbero necessariamente i Si, essendo necessariamente maggiori per numero gli attivisti veri del Si (non avrebbe senso il 50%+1). Del resto, chi si deve impegnare per far valere le proprie ragioni è chi promuove un referendum, non chi lo subisce”.
Rienzo è giovane e non ha memoria, pertanto è scusato. Quello che afferma “come sempre accade da quando esiste lo strumento del referendum..” infatti non è vero. In passato, quando lui probabilmente non era ancora nato e la qualità della politica in Italia (e di chi la faceva) era più alta di quella attuale, non è mai stato vero. Per il divorzio e l'aborto, quando i referendum vennero chiesti dalla Dc e dalla destra contro le leggi che li avevano introdotti, i difensori del "no" sconfissero nell'urna gli abrogazionisti. L'uso incivile del non voto per far mancare il quorum, un gesto di disprezzo sostanziale della democrazia, venne in seguito e fu largamente utilizzato da chi aveva in realtà paura delle urne e approfittava dell'esistenza del quorum per far fallire le consultazioni.
In Svizzera, dove recentemente il “no” ha sconfitto chi chiedeva l’abrogazione delle leggi sull’eutanasia, e dove il referendum è uno strumento normale della democrazia liberale, il quorum non esiste e chi non va a votare perde. Da noi, invece, che siamo meno democratici, meno liberali e forse meno civili degli svizzeri, chi non vota vince.
La risposta di Rienzo inoltre ci fornisce un’immagine fedele di quello che è il concetto di democrazia della destra italiana. Egli scrive: “il modo per far fallire dei referendum è solo questo, altrimenti vincerebbero necessariamente i Si, essendo necessariamente maggiori per numero gli attivisti veri del Si (non avrebbe senso il 50%+1). Del resto, chi si deve impegnare per far valere le proprie ragioni è chi promuove un referendum, non chi lo subisce”.
Insomma per non far vincere chi vuole abrogare una legge ed è chiaramente in maggioranza, basta sabotare la consultazione con tutti i mezzi legali pur di non far esprimere gli elettori, perché il referendum è considerato dal legislatore di destra non come l’esercizio sacrosanto della democrazia, ma un’indebita intromissione dei cittadini che non si vuole “subire”. Bravo Rienzo, in poche parole hai condensato perfettamente l’idea e la pratica della democrazia tipiche del tuo partito. Grazie.
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