lunedì 30 maggio 2011

Milano dice si a "centri sociali, moschee e zingaropoli"

A Milano lo scrutinio ormai definitivo delle schede dice che Pisapia ha stravinto con più di 10 punti di vantaggio sulla Moratti. La disperata propaganda scopertamente razzista e reazionaria che avvertiva "dopo di noi i centri sociali, le moschee e zingaropoli" è stata sconfitta e con essa è stato sconfitto quell'asse del Nord che dal 2001 a oggi (esclusa la parentesi prodiana) ha retto il sistema di potere della coppia Berlusconi-Bossi in Italia. 
E' presto per dire se la sconfitta segnerà l'inizio della ritirata della Lega sui colli pedemontani e nelle valli prealpine, e se annuncia la morte del governo Berlusconi, ma è certo che con la sconfitta di Milano, questa destra populista e conservatrice di privilegi insopportabili, dimostra che governare le Megalopoli non è più affar suo. La gente di Milano non li considera competenti e capaci di farlo. Troppi interessi in conflitto e soprattutto troppi interessi personali di questo o quel gruppo di potere, di questa o quella famiglia, di questo o quel leader politico sono emersi in tutti i dossier importanti della città, in primis quello dell'Expo. 
Milano ha detto basta a questo strapotere mediatico e alla sua spudorata impunità. Ha detto basta al monologo berlusconiano contro la Magistratura milanese che da anni mette sotto inchiesta contemporaneamente, la mafia che penetra nel tessuto della più ricca città italiana e gli illeciti, i reati, la storia oscura di un uomo con troppi scheletri nell'armadio, che 20 anni fa si è buttato in politica per salvare il tesoro accumulato e non finire in galera. Uno che, ormai  lo capiscono tutti, quando parla di "Libertà" intende in realtà la sua libertà personale, che percepisce come drammaticamente provvisoria. 
Adesso il centro sinistra deve saper guardare avanti con coraggio e pazienza, ma con determinazione e fiducia. Partendo da Milano dobbiamo spazzare via il berlusconismo che con il suo veleno ha inquinato a fondo per 20 anni la nostra città e il nostro Paese. Continuando a sconfiggerlo come abbiamo fatto oggi. Senza dargli tregua.

3 commenti:

fab ha detto...

Premettendo che sono stracontento per la vittoria di Pisapia, vorrei stoppare in partenza gli entusiami di qualcuno. Dire "Partendo da Milano dobbiamo spazzare via il berlusconismo che con il suo veleno ha inquinato..." mi suona per l'ennesima volta una vittoria della 'contro-politica', mentre invece il messaggio che arriva dalla gente (vedi risultati di Napoli) è diverso: bisogna "spazzare via" questo modo di far politica su tutti i fronti(quindi anche il PD non deve fare troppa festa, ma un bell'esame di coscienza) ed approfittare di questa situazione per far emergere la capacità di recepire le necessità comuni e governare per risolvere. Basta col dire 'è colpa degli altri'. Basta tutto. E' ora di iniziare qualcosa di nuovo, solo così quest'ondata di novità ed entusiasmo potrà arrivare a tutti (...anche ai leghisti...). Credo che Pisapia ne abbia le possibilità ma non deve farsi abbindolare dai soliti giri di partito (es: DAlema stattene a casa please!).

Fabri

carlo arcari ha detto...

Fabrizio, diamine, ma neanche un po' di allegro festeggiamento ci lasci fare? Subito rompere le uova (volevo scrivere altro) nel paniere con le critiche e le autocritiche?
Fatteli tu, per favore, gli esami di coscienza. Io oggi proprio non ne sento il bisogno. Il PD ha vinto queste elezioni, perché ha scelto il candidato Pisapia con le primarie e a me la sua vittoria per oggi basta e avanza. Domani è un altro giorno. Gli esami di coscienza che tu dici dovrebbe fare il PD non mi piacciono. Inoltre sappi che considero il compagno D'Alema un grande dirigente politico della sinistra e una grande risorsa intellettuale del Partito Democratico.
E adesso smettiamola, ho decido in questo istante una moratoria di almeno un mese delle menate autolesioniste. Chi vuole fare la critica dell'autocritica vada pure altrove. ciao

favra ha detto...

Amministrative 2011 Pensieri in libertà: faccio fatica a “festeggiare” i risultati di un’elezione; troppe scottature in passato; preferisco tirare le conclusioni alla fine del periodo di “regno”. Comunque, contento per Pisapia: mi sembra una brava persona; dispiaciuto per la Moratti: anche lei è una brava persona; è stata sacrificata alle esigenze del “capo” e chi di Silvio ferisce, di Silvio perisce. Non so se i risultati avranno ripercussioni immediate sul governo nazionale, però il PDL dei LaRussa, degli Alfano, dei Gasparri, degli scandali e dell’arroganza, ne esce annientato; a Formigoni e Tremonti conviene riflettere seriamente. La Lega si può consolare: ha perso Milano, ma il suo peso a Roma è aumentato. Credo che l’esperienza del “terzo Polo” possa concludersi anche subito: Casini si è accorto che Fini e Rutelli non gli hanno portato nulla, anzi, gli hanno probabilmente portato via quel briciolo di credibilità che ancora poteva vantare. Bersani ha di che gioire; una vittoria pressoché su tutta la linea; un solo neo: chissà quanto scoccia alla dirigenza che il nuovo sindaco di Milano non sia quello sostenuto dal PD alle primarie e che a Napoli il candidato del partito non sia nemmeno arrivato al ballottaggio. La parola d’ordine e il dubbio del centro sinistra sono sempre gli stessi: uniti si vince.. ma si governa? Certo, una città non è il governo nazionale, ma lo spettro di Prodi aleggia ancora su noi tutti. De Magistris a valanga a Napoli: potrebbe essere una buona scelta; ma d’istinto, un ex magistrato con tanto consenso mi fa tremare le vene ai polsi. Considerazione finale: per Silvio potrebbe essere stato l’inizio della fine, ma, finora, dalle sconfitte elettorali mr. B ne è uscito più forte di prima e il premio al prossimo giro è niente popò di meno che una villeggiatura di sette anni sul colle più alto di Roma: sento una leggera inquietudine nel fondo dell’animo.

andrea favrin