Legambiente chiama tutti i cittadini che sono contrari allo sviluppo del nucleare in Italia, a manifestare a Caorso (Piacenza), sito dove è stata costruita l’ultima centrale italiana, per dire “no” al programma atomico del governo Berlusconi. L’appuntamento è per sabato 21 maggio 2011, dalle ore 14,30, quando una catena umana per fermare il nucleare partirà dalla frazione di Zerbio fino al comune di Caorso, dove si terrà un momento di riflessione e di festa finale con musica e spettacoli.
La manifestazione è organizzata congiuntamente dal Coordinamento antinucleare di Lombardia ed Emilia-Romagna. Sono invitati, oltre ai circoli di Legambiente anche i Comitati referendari e i cittadini. I promotori chiedono l'adesione e la partecipazione delle amministrazioni comunali che sono sensibili su questo tema. La manifestazione deve essere anche molto colorata quindi gli organizzatori invitano tutti i partecipanti a portare bandiere, striscioni con il nome del circolo, del comitato o del comune che aderisce per dare un’identità territoriale alla catena umana.
Storia della centrale (Wikipedia)
La centrale elettronucleare Caorso sorge affacciata sul fiume Po in provincia di Piacenza. Ha un unico reattore da 860 MW di potenza elettrica netta, a uranio leggermente arricchito, moderato ad acqua leggera e raffreddato secondo lo schema ad acqua bollente (BWR) di generazione BWR4.
Costruita su richiesta dell'Enel dal 1º gennaio 1970 al 23 maggio 1978 da Ansaldo Meccanico Nucleare S.p.A. (ai tempi parte di IRI-Ansaldo, dal 1989 in poi diventata Ansaldo Nucleare S.p.A., una controllata di Ansaldo Energia S.p.A. del Gruppo Finmeccanica) su progetto diretto da Giorgio Ferrari, in collaborazione con General Electric Technical Services Co., ha iniziato l'attività commerciale dal 1º dicembre 1981 ed è stata chiusa definitivamente il 1º luglio 1990.
Nel periodo di esercizio, durato fino al 1986 il reattore, soprannominato "Arturo" dagli addetti agli impianti e dalla popolazione locale, ha prodotto complessivamente 29 TWh.
La chiusura
Subito dopo la chiusura, è stata messa in "custodia protettiva passiva" fino al 2001 quando il decreto del Ministero dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato 7 maggio 2001 pubblicato a pag. 22 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Serie generale, n. 122 del 28 maggio 2001 (il cosiddetto "decreto Letta") ha dato il via allo smantellamento "accelerato" da parte della SOGIN S.p.A..
La possibile riapertura
In base al successivo decreto del Ministero delle Attività Produttive 2 dicembre 2004 pubblicato a pag. 22 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Serie Generale n. 10 del 14 gennaio 2005 (il cosiddetto "decreto Marzano" che, fra le altre cose, ha abrogato il "decreto Letta" di cui sopra), all'accordo inter-governativo fra Italia e Francia sottoscritto il 24 novembre 2006 a Lucca e al contratto firmato successivamente tra SOGIN S.p.A. e Areva[4], le barre di combustibile irraggiato (1 032 elementi) sono state inserite in appositi cask e trasportate via ferrovia all'impianto di riprocessamento di La Hague in Francia di proprietà di Areva, con l'ultimo carico partito nella giornata del 20 giugno 2010. A causa della metodologia "accelerata" dello smantellamento, si presume che il costo finale dell'operazione si aggirerà intorno ai 450 milioni di euro.
Possibile riapertura
Giuseppe Recchi, presidente e a.d. di General Electric per il sud Europa, in una intervista a la Repubblica ha affermato che l'impianto di Caorso potrebbe essere rimesso in funzione in tempi abbastanza brevi, entro il 2014. Ha infatti affermato che "l'Italia potrebbe avere la sua prima centrale nucleare in metà tempo e con la metà della spesa rispetto ai programmi attuali, solamente interrompendo lo smantellamento e ricostruendo dalle strutture esistenti. Sono stati fatti degli studi preliminari sui lavori compiuti e questi non hanno pregiudicato la possibilità di un ammodernamento della centrale, che potrebbe garantire circa 900 MW in 2 anni di lavori e 2 miliardi di euro di investimenti".
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