Il riciclaggio di denaro criminale pesa per oltre il 10% del Pil italiano contro il 5% stimato dal Fondo monetario internazionale a livello mondiale. Il dato è al centro di un articolo del Corriere della Sera di oggi nel quale sta scritto che coinvolte in questa attività ci sono anche le agenzie di diverse banche con sportelli aperti nell’area milanese.
Il Corriere riporta un’affermazione della Banca d'Italia secondo la quale questa massa di denaro sporco deriva dalla presenza sul territorio delle multinazionali mafiose. Si tratta, ha spiegato l’istituto: “di flussi di denaro illecito che assumono rilevanza anche sul piano macroeconomico e sono suscettibili di generare gravi distorsioni nell'economia legale, alterando le condizioni di concorrenza, il corretto funzionamento dei mercati e i meccanismi fisiologici di allocazione delle risorse con riflessi sulla stessa stabilità e efficienza del sistema economico”.
Il riciclaggio, infatti, è un ponte fra criminalità e società civile e offre ai criminali “gli strumenti per essere accolti e integrati nel sistema arrivando a sedere nei consigli di amministrazione e a contribuire all'assunzione di decisioni economiche, sociali e politiche rilevanti”. Insomma la mafia e la ‘ndrangheta sono ormai delle holding di partecipazioni che fanno parte a pieno titolo del nostro sistema economico. Questa è la realtà con la quale ci si deve misurare.
Le stime della Banca d’Italia derivano dall’analisi delle segnalazioni effettuate da banche, intermediari finanziari e Poste che nel 2010 sono state 37mila. Di queste solo 223 sono venute da commercialisti, ragionieri, notai e periti commerciali. Bankitalia l’anno scorso, ha fatto 175 ispezioni generali presso intermediari vigilati, 9 ispezioni mirate, 113 verifiche presso dipendenze bancarie di Campania, Sicilia e nell'hinterland milanese.
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