Il governo dice stop alla realizzazione di centrali nucleari in Italia. Con un emendamento presentato in Senato al cosiddetto decreto legge “omnibus” in approvazione a Palazzo Madama, l'esecutivo ha manifestato, infatti, l’intenzione di abrogare le disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari, come recita lo stesso titolo del nuovo articolo 5. Così si legge nel testo della proposta di modifica, “al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell'Agenzia per la Sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livelli di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare”.
L’intento evidente di questa mossa sembra quello di stoppare il referendum in programma per giugno che si annuncia come un plebiscito contro il nucleare made in Berlusconi.
“Sul nucleare il governo con ogni evidenza scappa dalle sue stesse decisioni, è una vittoria del PD''. Così il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, al termine della riunione della segreteria ha commentato la notizia. ''E’ chiaro che il governo teme il confronto con l'opinione pubblica nel referendum, ma noi lavoreremo perché ci sia il quorum anche per gli altri referendum. Il governo - ha proseguito Bersani - per altro, non dice quale sia la politica energetica e, mentre si abbandonano le scelte nucleari, si distruggono le politiche sulle rinnovabili. Anche su questo il governo è allo sbando. Ora bisogna uscire dall'ambiguità e dire quale politica energetica si vuole fare dopo il disastro del decreto Romani. Noi incalzeremo il governo e domani faremo un question time in cui vogliamo risposte precise perché ci sono 100.000 persone, per lo più giovani, che stanno perdendo il lavoro''.
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