mercoledì 20 aprile 2011

PGT: la "città futura" dei cittadini è possibile

Giovedì 15 aprile, presso l’Auditorium Tilane, si è tenuto un incontro organizzato dal PD di Paderno Dugnano sul tema del “Governo del Territorio” a cui hanno partecipato cittadini e associazioni, molti dei quali hanno presentato osservazioni preliminari al PGT. L’incontro è stato il primo del ciclo di convegni “La città futura” che il PD terrà periodicamente su argomenti che riguardano lo sviluppo futuro di Paderno Dugnano.
La serata, pur con i limiti che ha comportato la scelta di farla con un taglio assembleare e quasi autogestito dai partecipanti, è sicuramente stata utile a tutti gli intervenuti e al PD che l’ha organizzata per cercare di mettere in sintonia i diversi suggerimenti che provengono da comitati, associazioni e partiti che si stanno confrontando col tema del Piano di Governo del Territorio.
Marco Coloretti, capogruppo PD in Consiglio Comunale, che aveva il compito di tirare le conclusioni e che non ha potuto farlo per ragioni di tempo (a mezzanotte si doveva chiudere e tre ore non sono state sufficienti per dare la parola a tutti), riassume così i risultati più importanti emersi dalla serata.
Pur a partire da questioni specifiche diverse, emerge una generale preoccupazione rispetto alla nostra città, che si può riassumere in quanto affermato da Ferruccio Porati: evitiamo che Paderno Dugnano venga “fatta a fette”. Tale preoccupazione non è solo dettata dagli "ecomostri" che incombono (Rho-Monza, inceneritore, ecc), ma anche da un pensiero “debole” che è l’architrave del programma messo nero su bianco da questa maggioranza: la città è l’insieme di quartieri di cui si esalta una "specificità" quasi da villaggio-satellite, per trovare poi soluzioni di governabilità tutte interne agli ambiti specifici e senza così far valere un’idea unitaria e composita della città come invece lo richiederebbero le sfide che quotidianamente dobbiamo affrontare, dal trasporto al traffico, dall’inquinamento alla salvaguardia dell’ambiente, dal lavoro alla rete sociale dei servizi.
Da dove deriva questa idea antiquata e superata di città che la destra esprime?
C’è un sostanziale ritardo nell’affrontare il tema proprio perché la destra sbaglia l’approccio: vede la città come un assemblaggio di villaggi staccati. Dobbiamo guardare invece ad una città capace di ‘muoversi insieme” (concordo con Allegro e con il suo modello di connessione cittadina attraverso un sistema a stella di cui fa parte anche la rete di piste ciclabili) e dentro il contesto di un’area metropolitana importante che però – soprattutto a causa di una visione politica molto milano-centrica, voluta anche qui dal centrodestra milanese – non è mai decollata.
E’ possibile un approccio diverso e alternativo?
I contributi della serata mi pare vadano tutti nella stessa direzione: Paderno Dugnano deve riaffermarsi come un territorio importante dentro il Nord Milano che guarda alla costituzione dell’Area Metropolitana Milanese – e sarà forse anche così, con un progetto vero di città che potremo porci come punto d’approdo della metropolitana (quella gialla) senza che rimanga il refrain di un sindaco a cui “la devono portare” perché è amico di Formigoni che è amico di Podestà che è amico di Moratti che è amica di Berlusconi.  Un modo di governare che ci lascerà a piedi.
La destra si affida agli slogan perché non ha un’idea credibile e complessiva di città, ma quella del centro sinistra qual è?
Se l’obiettivo è una città unita che guarda ad uno sviluppo sostenibile sotto i diversi profili, guardando  a nuovi investimenti per il lavoro, la casa e i servizi, allora le conclusioni del PD stanno già nelle premesse presentate da Gianfranco Massetti in questo convegno: un freno al consumo del territorio, un’estensione dei parchi cittadini e sovra comunali, incentivi alla green economy per richiamare lavoro sul territorio, una mobilità pubblica locale e intercomunale, per ricordarne alcuni. Mi pare di aver avvertito dai diversi relatori della serata le stesse aspettative, segno che sul concreto ci siano convergenze maggiori che vanno al di là degli schieramenti ideologici.
Come valuta il PD questa convergenza?
E’ un buon segno: dalla difesa della rete commerciale dentro la città allo sviluppo del co-housing, dal rilancio produttivo artigianale alla salvaguardia della salute pubblica e alle condizioni di lavoro, quello che emerge è un profilo alto di sensibilità politica (dico politica, non di partito) che cerca di interpretare il progresso della città e il suo futuro sviluppo come un’occasione di integrazione e di riqualificazione del tessuto urbano, sapendo che se il PGT padernese dovesse operare in direzione di questi obiettivi potrebbe diventare un esempio anche per chi ci sta attorno. 
E’ possibile fare di Paderno un’isola felice nella Megalopoli nord milanese?
Non si tratta di costruire l’isola felice, la città modello, al contrario, occorre attivare politiche innovative per trasformare le idee ascoltate in questa serata in buone pratiche che segnino una differenza nell’agire amministrativo tra forze politiche, tale per cui la scelta tra “noi e loro” sia una scelta così chiara e così netta da richiamare alla politica la partecipazione attenta di tanti cittadini che stanno ancora alla finestra, o peggio, pensano che non  ci sia una differenza tra “noi e loro” per cui valga la pena scegliere ed impegnarsi.
Insomma il cantiere della città futura è aperto?
Si e mi auguro, come ha detto il segretario del PD, Oscar Figus, che i lavori procedano, che si possa finalmente vedere le carte dell’amministrazione (in due anni a parte i costi e le chiacchiere non si è visto niente), che si possa continuare questo ragionamento cercando di tenere insieme le specificità di ognuno e le aspettative comuni.

Nessun commento: