venerdì 29 aprile 2011

Lares: sgombrate il presidio o niente Cassa integrazione

Tutti dicono che sono le uniche vittime della truffa e dei furti perpetrati da manager e amministratori. Lo dicono i magistrati inquirenti, lo dicono le amministrazioni locali e lo scrivono i giornali. Anche i curatori fallimentari a denti stretti lo riconoscono. Ma tutti sembrano volerci mettere una pietra sopra, per dimenticarli e toglierseli finalmente dai piedi. 
Sembra questo il destino delle vittime. Quando  non chiedono la carità, ma pretendono di veder riconosciuti i loro diritti, diventano subito insopportabili per chi oltre alle belle parole non intende fare niente per loro. E' quello che sta capitando ai 75 lavoratori ancora in carico alla Lares che dovrebbero ottenere la proroga della cassa integrazione in deroga fino a dicembre 2011, ma che non la otterranno se prima non accettano di sbaraccare il presidio con il quale da 879 giorni portano avanti caparbiamente la loro lotta per il lavoro. 
La curatela incaricata dal Tribunale ha infatti deciso di subordinare il proprio assenso alla richiesta di proroga della CIG: "all'abbandono da parte del Presidio dei lavoratori dell'area occupata dato che questa presenza impedisce la riconsegna alla proprietà dell'area medesima". 

L'area cui si fa riferimento nel documento inviato al Magistrato e di cui si chiede lo sgombero come condizione per accettare la richiesta di CIG, sarebbe in realtà il vecchio deposito delle biciclette, sede del presidio, che è fuori dal perimetro dell'azienda e non intralcia dunque nessun lavoro di bonifica o smaltimento. I lavoratori hanno già dichiarato di essere pronti a lasciare libero il locale e a riconsegnare le chiavi, ma questo ancora non basta alla curatela che pretenderebbe una lettera scritta e firmata dai lavoratori con la quale dichiarano sciolto il Presidio e che se ne vanno definitivamente.
"E' un ricatto odioso che noi non possiamo accettare - dicono i lavoratori - vogliono cacciarci via e vogliono anche il nostro assenso. Lasceremo libero il deposito entro pochi giorni, ma non firmeremo niente. La Cassa Integrazione ci spetta. Adesso la palla passa in mano al sindacato al quale chiediamo finalmente di tutelare i nostri diritti e la nostra dignità".

1 commento:

Anonimo ha detto...

Magari alla proprietà non sarebbe importato molto di lasciarli là per qualche tempo ancora. Qualcuno ha mai provato ad interpellarli? Gioco facile per la Curatela ricattare i lavoratori in quel modo, il risultato è scontato, quale altra scelta possono avere? Truffati prima e ricattati poi. Legalmente però! Anche se non sempre "legalmente" significa "in modo giusto".
Del Fabbro