martedì 26 aprile 2011

Giornalisti: 57 uccisi, 51 rapiti, 535 arrestati, 127 esiliati

L'uccisione e il martirio di Vittorio Arrigoni a Gaza riporta in evidenza la violenza della guerra che i giornalisti combattono per fare il loro lavoro: informare. Guerra della quale molto spesso rimangono vittime. Questo lancio ANSA riporta il bollettino del 2010 e dei primi 4 mesi del 2011 di questo conflitto che i lettori non conoscono.
4 aprile - Drammatiche le cifre fornite da Reporters sans frontières (RSF) anche per il 2011 da poco iniziato. In meno di quattro mesi i giornalisti uccisi sono stati, secondo l'organizzazione internazionale, 18, di cui quattro in Libia. Uccisi anche due collaboratori. Per quanto riguarda il carcere, questo è stato comminato nei confronti di 150 giornalisti e di nove collaboratori. Nel dettaglio ci sono stati un morto in Egitto, India, Messico, Filippine, e Tunisia; due uccisi in Yemen e Pakistan; e ancora quattro morti in Libia e cinque in Iraq. Reporter senza frontiere segnala anche che 124 blogger sono stati incarcerati. In Libia, prima di Hondros e Hetherington e Hondros, era stati uccisi un reporter di Al Hurra e uno di al Jazeera. Si aggiungono a una macabra lista annuale i due giornalisti - Chris Hondros e Tim Hetherington - uccisi ieri in Libia. Nel 2010, ben 57 cronisti sono stati uccisi, 51 sequestrati, 535 arrestati, 1.374 attaccati fisicamente o con minacce, 127 costretti ad abbandonare il proprio paese. E 504 mezzi di informazione sono stati censurati in 62 paesi. Paradossalmente, il dato è positivo: i giornalisti uccisi lo scorso anno erano il 25% in meno rispetto al 2009. "Meno giornalisti sono stati uccisi in zone di guerra, rispetto agli anni precedenti - ha spiegato il segretario generale di RSF, Jean-Francois Julliard - e ora gli operatori dei media vengono assassinati soprattutto da criminali e trafficanti di vario genere. I gruppi criminali organizzati e le milizie sono tra i principali killer a livello mondiale. La sfida adesso è di riuscire a contenere questo fenomeno". Il 2010 ha comunque segnato un incremento dei giornalisti sequestrati: ben 51 contro i 33 del 2009. "E per la prima volta, nessun continente è potuto sfuggire a questo male - afferma RSF - i giornalisti sono diventati moneta di scambio. I sequestratori prendono ostaggi per finanziare le proprie attività criminali, forzare la mano ai governi e mandare messaggi". (fonte: Ansa)

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