I commercianti padernesi non ci credono molto, ma ci proveranno lo stesso. Questo è il risultato della riunione che, con la partecipazione di una quarantina di operatori, si è tenuta lunedì scorso all’Unione del Commercio di Paderno. C’erano commercianti di Palazzolo, Dugnano, Cassina Amata e Villaggio Ambrosiano convenuti per discutere il progetto di realizzare nella nostra città un “Distretto Commerciale” che potrebbe usufruire di finanziamenti della Regione.
Questa formula è l’unica possibile alternativa alle cattedrali della grande distribuzione che circondano la città: ci sono infatti ben 7 Carrefour e 7 Auchan nel raggio di 25 chilometri da Paderno Dugnano. I soldi non sono molti, 1,5 milioni per tutta la provincia di Milano, in pratica 300mila euro per 5 comuni, ma anche questi pochi soldi, se si riuscisse a presentare un progetto condiviso da Comune e associazione, potrebbero venire utilizzati per rafforzare in un’area cittadina la struttura di un “centro commerciale naturale”, cioè di una concentrazione di negozi resa più attrattiva con la gestione condivisa di nuove iniziative di marketing, animazione, arredo urbano, viabilità, accessibilità.
Ma dove individuare quest’area, in quale quartiere? L’assemblea di lunedì non l'ha identificato per il momento, però con buona approssimazione potrebbe essere individuata a Palazzolo dove la strada commerciale del quartiere, l'asse via Coti Zelati-via Mazzini, è già stata in parte riqualificata (dal passaggio a livello a Piazza Addolorata). Un'operazione che doveva continuare e venire completata secondo i piani della precedente amministrazione, e che invece è stata cancellata dalla giunta Alparone.
I fondi del bando regionale potrebbe servire proprio a questo: completare la riqualificazione della via Mazzini dalla piazza Addolorata fino all’Oratorio, valorizzando così l’offerta commerciale di tutto il centro storico nel quale sono compresi i più apprezzati negozi del quartiere, dando un’immagine coerente e riconoscibile al nuovo “Distretto”.
4 commenti:
i nostri vecchi dicevano: "putost che nient, l'è mej putost"; però diciamolo chiaramente: quello del distretto commerciale è uno specchietto per le allodole, che finge di andare a vantaggio della piccola distribuzione, ma che, in realtà, non porta al commercio di vicinato alcun beneficio sostanziale. è prorio il meccanismo ad essere sbagliato, inefficace e contrario al tanto sbandierato "federalismo fiscale"; mi spiego: quei 1,5 milioni che saranno distribuiti hanno dovuto fare un tragitto alquanto tortuoso: sono stati prelevati ai cittadini, e quindi anche ai commercianti di paderno, sotto forma di tassa, dal governo centrale, che li ha poi destinati alla regione lombardia, che li ha poi messi a disposizione della provincia di milano, che infine li destinerà a 5 fortunati comuni.
possiamo solo immaginare quanti soldi sono andati "bruciati" in tutti i passaggi che hanno dovuto fare per tornare, in pratica, da dove sono venuti.
più sensato e realmente vantaggioso per i commercianti sarebbe stato un provvedimento che avesse loro permesso di detrarre tutte le spese sostenute per riqualificare, ammodernare e ristrutturare i loro esercizi.
un provvedimento di questo genere avrebbe avuto due enormi vantaggi: sarebbe stato totalmente gratuito per l'apparato statale e sarebbe andato a beneficio della totalità dei commercianti. la politica ha invece preferito puntare sulla "bufala" dei distretti commerciali, che oltre a comportare lo spreco di risorse che ho sintetizzato, avrà l'effetto pratico di distribuire qualche briciola a pochi eletti, lasciando una moltitudine di commercianti a bocca asciutta.
visto che comunque quei soldi saranno distribuiti, è bene cercare comunque di ottenerli.
un cordiale saluto
andrea favrin
Caro Arcari,mi permetto di correggerla la via riqualificata è via Coti Zelati.Antonello Queirolo
caro Favrin, leggendoti mi rendo conto che anche i liberali sono schiavi della loro ideologia: il mercato e la sua mano invisibile.
Come fai a non vedere che da questa crisi di sistema nella quale ci dibattiamo l'imprenditore da solo ed con le sue forze non può uscire vincente? Credi davvero che in questa recessione epocale di un modello economico basti la leva della defiscalizzazione per rimettere in moto tutto? Io invidio la tua fede, ma non ci credo. Oggi tu neghi in nome dell'ideologia mercatista e dell'individualismo imprenditoriale la validità di un sostegno pubblico a programmi in cui i commercianti lavorano e investono insieme sul loro negozio e sul loro territorio.
Proponi in alternativa una ricetta "americana" classica che potrebbe avere un fondamento in un momento di espansione dell'economia, ma non certo in un momento in cui il soggetto a cui ti rivolgi, il dettagliante tradizionale, è marginalizzato dalla domanda e dalle abitudini d'acquisto dei consumatori. Ma lo sai che i turisti giapponesi che un tempo venivano a Milano per visitare il quadrilatero della moda oggi si fermano a Fidenza Outlet perché lì trovano tutte le grandi griffe del fashion scontate del 20-30% e Milano perde miliardi di euro? Intanto la città discute a vuoto di marketing territoriale senza muovere un dito. E decade.
caro arcari,
l'ho vista alla serata sul PGT organizzata da mio papà all'auditorium tilane; ed in quell'occasione l'architetto dell'Unione, Lorenzelli, ha ben spiegato quanto sia necessaria una "presentazione" omogenea e accattivante delle zone destinate al commercio di quartiere. questo nessuno lo nega; perciò se vuole dire che per raggiungere un effetto di questo tipo occorre una "regia", posso senz'altro essere d'accordo, anche se, per quanto mi riguarda, dovrebbero essere i commercianti stessi a comprendere questa necessità e a iniziare nuovamente a ragionare in termini più corporativi. è sul meccanismo "socialista" di finanziare le "ristrutturazioni" che non concordo per niente. e non per motivi ideologici, come lei crede; al contrario, il mio è un ragionamento basato su considerazioni strettamente pratiche: il gioco, non vale la candela.
colgo l'occasione per augurare a lei e agli altri forumisti una buona Pasqua
andrea favrin
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