Il giornalismo in Italia sta attraversando un periodo di crisi caratterizzato da forti tensioni legate soprattutto alle lentezze e alle titubanze con le quali gli editori cercano di rispondere alla domanda di innovazione sfruttando tutte le potenzialità dalle nuove tecnologie. Il nuovo modello di giornale che sembra imporsi è quello dell’integrazione basata sul web di tutti i linguaggi dell’informazione fornita in tempo reale: testi, voce, immagini foto e video da inviare a tutti i dispositivi fissi e mobili attualmente disponibili. Il problema però è che gli editori cercano di realizzare il loro nuovo business, non investendo per cambiare il modello organizzativo dell’impresa giornalistica (redazioni fisiche costose e poco produttive), ma riducendo al massimo il costo di produzione delle notizie aumentando la quota di contenuti prodotti in modo precario da giornalisti sottopagati. Il risultato è, in questa fase, la diffusione di giornali che offrono un’informazione di bassa qualità.
Diversamente non si spiegherebbero strafalcioni come questo che mi è stato segnalato da un lettore del blog. Guardate che razza di apertura sulla Rho-Monza ha fatto il Giorno del 9 febbraio. Nel sommario sotto il titolo e nell’attacco dell’articolo si scrive che: "L’amministrazione comunale guidata da Alparone presenta ricorso al TAR contro il progetto di interramento della Rho-Monza". Cioè esattamente quello che molti di noi, io compreso, pensiamo delle reali volontà dell’amministrazione su questo fronte, ma è il contrario di quello che il sindaco ha dichiarato pubblicamente di voler fare e un articolo di cronaca non può essere così sprezzante della verità ufficiale.
Si tratta in questo caso di un errore evidente commesso da chi ha “passato” come si dice in gergo, il pezzo in redazione (non voglio pensare a un laspus freudiano della cronista che segue abitualmente la cronaca di Paderno), ma il ripetersi di questi errori (ce n’erano stati altri sempre di recente) segnala che il difetto è nel manico, cioè nell’organizzazione del lavoro poco solida che non ha il necessario controllo su quello che fa.
Nella mia esperienza professionale ho fatto il caposervizio e il caporedattore in giornali “precari” e so bene che queste cose capitano regolarmente quando la struttura produttiva del giornale lavora in affanno, perché è inadeguata, e i controlli saltano. Se gli editori al posto di comprimere i costi dei giornalisti collaboratori chiudessero o riducessero al minimo le redazioni fisiche (grandi palazzi pieni di scrivanie, pc desktop, telefoni fissi, ficus di plastica, ecc) sostituendole con strutture telematiche mobili che si riducono a un server, un software editoriale, e centinaia di dispositivi remoti collegati in rete, otterrebbero risparmi tali sui costi fissi da poter fare gli investimenti necessari e remunerare adeguatamente i loro giornalisti produttori di contenuti multimediali.
2 commenti:
Caro Arcari, come si vede che lei è poco informato!!! Peccato... Infatti la Giunta Alparone ha veramente promosso un'azione al Tar contro la Rho-Monza. Guardi bene gli atti amministrativi: Delibera di Giunta Numero 3 del 20-01-2011.
Buona lettura (degli atti...oltrechè dei giornali)!
Caro anonimo, lei sostiene che il nostro Comune ha veramente fatto un ricorso "contro il progetto di interramento della Rho-Monza" come c'è scritto su Il Giorno? Se ha ragione lei questa è davvero una notizia!
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