Ricevo dal PD di Paderno Dugnano questo comunicato stampa in cui il partito chiarisce la sua posizione politica sul tema della "legalità"Paderno Dugnano, 10 gennaio 2010 - Il contenuto del comunicato stampa dei coordinatori del PdL di Paderno Dugnano in risposta al nostro comunicato del 31 dicembre, lascia perplessi ed è bene dissipare ogni dubbio.
Non condividiamo le affermazioni fatte, in particolare troviamo sbagliata una delle ultime in cui i due coordinatori affermano che non ci sarà dialogo con il PD (e con la sinistra) finché questi difenderanno la passata gestione del Centro Falcone Borsellino.
Ci sono due errori di fondo in questo ragionamento. Il primo è che dialogo non significa affatto pensarla alla stessa maniera, significa confrontarsi. In Consiglio comunale, ad esempio, il dialogo è ancora possibile pur nella diversità di opinioni ma quando si parla di Legalità e di rapporti con la ‘ndrangheta che è attiva nel nostro territorio da 30 o 40 anni, dove controlla imprese, attività economiche e consensi elettorali, nessuno, anche fuori dalle istituzioni, ha il diritto di tirarsene fuori e nessuno (noi compresi) può credere di non essere a rischio.
La Legalità si afferma con il riconoscimento dei ruoli, con l’attenzione a ciò che succede, con l’azione attiva e la formazione, con il rispetto per le regole vigenti ma con il coraggio di cambiarle se sbagliate o inefficaci e, ultimo ma non ultimo, con il dialogo fra tutte le parti sociali e politiche (al di là di qualsiasi schieramento) che nella Legalità si riconoscono.
Il secondo errore è che il PD non difende affatto la passata gestione del Falcone Borsellino, non ritiene suo diritto giudicarla (che è cosa assai diversa) se non nelle sedi opportune, inoltre, anche quando siamo in disaccordo, noi abbiamo il massimo rispetto istituzionale per il ruolo dell’Amministrazione comunale proprietaria del Centro ma la cui attività, importante per la Città, deve essere salvaguardata.
I coordinatori del PdL da mesi propongono invece un ragionamento completamente ribaltato. Nonostante tutto il gruppo dirigente della passata gestione si sia dimesso e ad oggi non risultino ancora responsabilità ufficiali, tali responsabilità, a loro dire, risulterebbero dalla lettura dell’istanza del GIP e dal filmato delle Forze dell’Ordine, e su questa base pretendono di emettere un giudizio senza aspettare la verifica dei riscontri, le indagini della Magistratura o la fine dei lavori della Commissione Consiliare. Il giudizio sommario si chiama linciaggio e non ha niente a che vedere né con la Giustizia né con la Legalità.
Le 791 pagine dell’istanza del GIP le abbiamo lette tutte e non solo dove si parla della nostra Città. Ne abbiamo tratto conferma di ciò che sosteniamo dal 14 luglio ( giorno del presidio davanti al Falcone Borsellino che tanto fastidio ha dato ai segretari del PdL): ciò che è successo al Centro è stato gravissimo, nelle sedi opportune vanno identificate le eventuali responsabilità e come garantire la Città per il futuro, ma ciò che è successo è il sintomo e non la malattia, la malattia sono le infiltrazioni delle cosche e sono queste infiltrazioni che vanno combattute.
Ad agosto abbiamo fatto sette proposte per la Legalità (vedi sotto), alcune hanno avuto seguito, discutiamo delle altre pubblicamente ed in modo serio, teniamo davvero fuori “i padrini” da Paderno Dugnano, non solo con gli slogan.
Su un argomento tanto importante chiediamo al PdL di evitare le affermazioni da campagna elettorale, facciamo proposte precise che possono essere condivise oppure no. Provate a fare altrettanto. Una cosa è certa, tra le altre cose l’illegalità si combatte anche mantenendo la Città viva e attiva e non certo chiudendone i centri di aggregazione ed eliminando gli spazi di confronto. Noi siamo con e per la Legalità.
Oscar Figus
Coordinatore Cittadino
Partito Democratico
Paderno Dugnano
Le sette proposte per la legalità del PD di Paderno Dugnano
1) Si a una grande manifestazione pubblica per “inaugurare di nuovo ” il Centro Falcone e Borsellino, come noi abbiamo proposto nel Consiglio Comunale del 15 luglio scorso, con personalità pubbliche importanti e con Salvatore Borsellino che lo ha inaugurato nel 2008
2) Si alla commissione consiliare comunale per valutare tutti gli atti della amministrazione comunale di questi ultimi anni per capire, alla luce delle indagini, se c’è stata penetrazione criminale oppure no
3) Si a un forte finanziamento al Piano per il diritto allo studio 2010-2011 di tutte le scuole dell’obbligo di Paderno Dugnano da approvare subito in settembre con azioni specifiche a favore della cultura della legalità
4) Si ad azioni istituzionali coordinate contro le infiltrazioni criminali nel Nord Milano con le seguenti caratteristiche:
- stretta collaborazione di tutte le amministrazioni del territorio
- stretto rapporto con le forze dell’ordine
- monitoraggio del territorio in collaborazione con le “agenzie economiche” locali
- un efficace sistema informativo che sensibilizzi adeguatamente i cittadini sui comportamenti delle mafie e sulle modalità concrete per dire no alle infiltrazioni
5) Si al confronto continuo con le esperienze già avviate di contrasto alle mafie (Associazione Libera) e al coinvolgimento attivo delle “forze sane” della società civile (associazioni di categoria, imprenditoriali e sindacali, associazioni culturali e di volontariato, parrocchie, oratori, scuole...)
6) Si al codice di autoregolamentazione approvato dalla Commissione Antimafia il 18 febbraio 2010, che il PD ha sottoscritto e applicato già nelle scorse competizioni elettorali regionali impegnandosi a non inserire nelle proprie liste persone che hanno ricevuto condanne, anche non definitive, per reati gravi e a sottoporre la lista dei propri candidati al controllo della Commissione
7) Si a una scuola di formazione politica e amministrativa per amministratori degli enti locali che sottolinei l’importanza delle regole come garanzia di trasparenza e legalità, come il PD milanese ha in programma di realizzare nel mese di ottobre, da farsi in tutti i comuni della Lombardia.
2 commenti:
Paderno Dugnano è diventata la città dei presidi e dei comitati. Quando la gente ricorre a queste misure significa che non si sente più rappresentata nè nutre più fiducia in chi dovrebbe farlo. A giudicare dal numero di associazioni sorte sul territorio cittadino da un anno a questa parte viene da chiedersi se questa maggioranza sia ancora rappresentativa della volontà dei cittadini che l'hanno votata oppure no.
Del Fabbro.
Varissimo. Significa anche che i partiti di opposizione sono poco rappresentativi dal momento che i comitati tendono a ignorali come interlucutori perché questi spesso stanno a rimoschio e non al loro fianco. I comitati così facendo sbagliano, ma i partiti devono ricominciare, non dico a guidare, ma a tenere il passo dei cittadini
Posta un commento