domenica 12 dicembre 2010

Incirano senza identità finisce nel cono d'ombra

I commercianti di Incirano chiedono al Comune un aiuto per tornare “al centro” della città, come la geografia vorrebbe, ma come la realtà nega loro da tempo. La frazione, fino a ieri vissuta come un semplice luogo di passaggio, una specie di stazione di posta tra Palazzolo, Cassina Amata e Dugnano, si scopre oggi emarginata e ignorata anche dai flussi di traffico. Incirano, con i suoi 4mila abitanti circa, è il più piccolo quartiere della città e ha sempre vivacchiato all’ombra della Villa Gargantini e della torre dell’acqua che domina la sua unica piazzetta. Fuori dai suoi confini è famosa solo per un panettiere che fa un pane buono e per quattro (4) negozi di parrucchiere su una ventina di esercizi commerciali. A spingere definitivamente Incirano nel cono d’ombra sono stati due eventi urbanistici: il trasferimento della biblioteca civica dalla vecchia villa alla nuova sede di Paderno e la chiusura (decisa dalle Ferrovie Nord) del passaggio a livello di via Cappellini che la metteva in collegamento con Cassina, sostituito dal sottopasso aperto a nord del quartiere, al confine con Palazzolo. Sono bastate queste due innovazioni per mettere in crisi l’equilibrio fragilissimo del quartiere che oggi appare incapace di immaginare il suo futuro. Le luminarie di Natale e le caldarroste, infatti non serviranno a molto e mi dispiace per i commercianti che dimostrano buona volontà, ma non è investendo in queste cose minimali che rilanceranno la loro iniziativa.
Come ho già detto altre volte, inascoltato, il problema si può affrontare solo razionalmente, partendo da un’analisi delle risorse esistenti, e queste sono, oltre alla localizzazione centrale della sua strada commerciale, la presenza della Villa Gargantini che offre ancora molte potenzialità come centro nel quale sviluppare iniziative culturali capaci di richiamare pubblico. Questi sono i punti di forza da valorizzare, mentre il punto di debolezza da rafforzare è l’offerta commerciale oggettivamente poco appetibile che non è in grado in quanto tale di attrarre nuovi consumatori che non siano casuali. Se non si lavora su questi elementi non si riuscirà mai a rilanciare il quartiere.
La Villa Gargantini deve diventare una sede espositiva e culturale con un programma di eventi periodici, solo così la sua presenza sarà utile al quartiere. Per quanto riguarda il commercio se non si trasforma via Italia in una “gallery” interessante per la sua offerta, magari realizzando al sabato un’area pedonale animata da happy hour musicali, non si rilancerà mai il commercio di vicinato. Queste a mio avviso sono le cose di cui Incirano deve cominciare a discutere con l’amministrazione. Altro che le lucine di Natale.

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