Negli ultimi tre anni le famiglie italiane hanno comprato beni e servizi per quasi 18 miliardi in meno. Questa la nitida fotografia della crisi scattata dalla Cgia di Mestre che ha stimato nel -5,2% la riduzione dei consumi a livello nazionale, soprattutto nei settori arredamento ed elettrodomestici. Nelle diverse regioni a tagliare di più sono state le famiglie della Campania, 2,82 miliardi, seguite da quelle della Lombardia, 2,64. hanno speso di più in Emilia Romagna, +242,2 milioni. In deciso aumento in tutta Italia, nonostante le ristrettezze, la spesa per la casa, bollette, manutenzioni, affitti, mutui (+2,9%) e soprattutto la spesa sanitaria, medicinali e terapie (+4,9%).
“Appare evidente – dicono i curatori della ricerca - che per far ripartire i consumi dobbiamo mettere nelle condizioni le famiglie italiane di avere più soldi in tasca. Per questo è necessario far ripartire gli investimenti pubblici nelle grandi infrastrutture e dare la possibilità anche agli Enti locali di mettere in moto quei piccoli cantieri che sono indispensabili per far creare nuovi posti di lavoro. Infine, bisogna alleggerire il carico fiscale premiando, in particolar modo, le famiglie più numerose che sono state le più colpite dalla crisi economica”. Come si vede le ricette proposte sono quelle classiche ottocentesche: investimenti pubblici in infrastrutture, ed è anche questa ristrettezza di visione delle categorie economiche nazionali a mantenere stagnante la nostra economia. La piccola e media impresa italiana, ben rappresentata dall’industria e dall’artigianato veneto, non è all’altezza della crisi perché dimostra di non saper guardare avanti e di non avere soluzioni nuove da proporre. Giusto il richiamo allo sgravio fiscale per le famiglie numerose in difficoltà, ma al posto di chiedere investimenti nel Ponte sullo Stretto o nell’Alta velocità, per non parlare delle autostrade, si dovrebbe chiedere allo Stato un programma mirato di investimenti in ricerca e sviluppo di prodotti innovativi per dare finalmente un futuro alla nostra industria che ormai è in competizione anche con quella nordafricana oltre che con quelle dell’Europa dell’Est e dell’Asia. Senza un deciso intervento dello Stato a sostegno dell'innovazione, da questa crisi non si esce e i consumi caleranno ancora. L'unica infrastruttura in cui bisogna investire subito è la banda larga, l'autostrada digitale che ancora manca in gran parte delI'Italia, non nelle autostrade del secolo scorso come la Rho-Monza a cielo aperto.
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