venerdì 5 novembre 2010

Silenzio di tomba

Ieri pomeriggio sul piazzale della Eureco, l’azienda dove sono bruciati vivi sei operai, Marco Alparone c’era. Ha visto portare fuori i feriti coperti di ustioni e con la pelle a brandelli, ha parlato con i lavoratori spaventati, con i parenti dei feriti, con i soccorritori, con gli inquirenti e i tecnici. Dentro quella maledetta “piattaforma” di stoccaggio di veleni industriali, insieme con lui, idealmente, c’erano tutti i cittadini di Paderno Dugnano che adesso si aspettano che il loro sindaco, testimone oculare della tragedia di ieri, il più informato, il più attendibile cronista di quell’evento drammatico, dica finalmente qualcosa alla sua città.
Cosa è davvero successo lì dentro, cosa è successo lì attorno con quella nube nera che per un’ora è uscita dal capannone incendiato, che pericolo rappresenta ancora la Eureco e che pericolo rappresentano gli altri impianti a rischio che sono in mezzo a noi?
Ma chi si attendeva in risposta a queste domande un comunicato, un messaggio, una dichiarazione sull’accaduto è rimasto, come me, deluso e stupito. Lui di solito così loquace, così espansivo, così pronto a parlare, così facile alla comunicazione, è invece rimasto zitto. Non una parola, non una riga su quegli uomini straziati, sull’ambiente violato, sul pericolo che oggettivamente ci circonda e che non controlliamo perché il sistema vuole così. Il sito del Comune tace, l’ufficio stampa comunale è muto. Perché questo silenzio?

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