Ricevo dal vicepresidente del Consiglio Provinciale milanese, Ezio Casati, questo comunicato stampa. Casati era sindaco di Paderno quando Eureco si installò nella nostra città.
“Piena vicinanza e solidarietà ai lavoratori coinvolti nell’incidente. Per loro auspichiamo, assieme ai familiari, un pieno recupero alla vita normale senza conseguenze alcune per la salute. L’incidente però solleva parecchi dubbi sulla cura e l’attenzione alle norme di sicurezza e sulle autorizzazioni concesse per un impianto industriale così pericolo, posto a ridosso del centro abitato”. Così Ezio Casati, vicepresidente del Consiglio provinciale di Milano, commenta il disastroso incidente accaduto ieri alla Eureco di Paderno Dugnano.
“E’ necessario comprendere - spiega Ezio Casati – se i lavoratori coinvolti nell’incendio, quasi tutti interinali di una cooperativa, avessero avuto una formazione specifica per affrontare un lavoro così delicato in un’azienda con materiali e trattamenti pericolosi. E poi sarebbe utile comprendere, questo il compito della magistratura, se l’azienda avesse rispettato tutte le normative vigenti in materia di sicurezza”.
“Quando l’impianto della Eureco venne insediato – dichiara ancora Casati, all’epoca sindaco di Paderno Dugnano – l’amministrazione comunale si oppose alla Regione, unico ente deputato all’autorizzazione di questi impianti industriali (classificati come nocivo-pericolosi). Non volevamo un’azienda così pericolosa, a soli 300 metri dal centro abitato, vicinissima all’autostrada Milano-Meda e vicinissima al canale Villoresi, perché i rischi erano troppo elevati per la popolazione e l’ambiente. Aggiungo un altro elemento fondamentale: a poche centinaia di metri dalla Eureco esiste un impianto di incenerimento di rifiuti speciali che, nel 2003, esplose senza arrecare danni alle persone. Ma Regione Lombardia, non curante di questo contesto, respinse le istanze della città e autorizzò, come di sua competenza, la realizzazione dell’impianto”.
“E’ sempre sgradevole dire “noi l’avevamo detto”, – conclude Ezio Casati – ma ci sembra importante ribadire che se la Regione autorizza un insediamento simile, deve poi mettere in atto ogni misura cautelativa, preventiva e di controllo. Questo per la sicurezza dei lavoratori e della popolazione residente”.
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