martedì 16 novembre 2010

Podestà: a Formigoni la "Protezione Civile" per il Seveso

Dopo il violento temporale che ha flagellato Milano stanotte, il Seveso ha allagato ancora la zona tra Niguarda e Viale Zara. Si è trattato di una esondazione lieve, ma è la prova che ormai il sistema degli scarichi non regge più e bastano poche ore di pioggia a mandare sottacqua l’area interessata dalla piena, quella cioè in cui il fiume brianzolo diventa fogna milanese.
Il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, che sta premendo da tempo sul governo per ottenere il raddoppio dello scolmatore di Nord-Ovest, una soluzione avversata dagli ambientalisti e da molti amministratori locali, è venuto stamattina a Palazzolo Milanese per effettuare un sopralluogo presso la presa dell’opera idraulica gestita dall’Ente. Un'area al confine con Senago dove la Provincia vuol realizzare una vasca di contenimento delle acque di piena alla quale però è contraria la popolazione. Podestà era accompagnato, dall’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Milano Bruno Simini e ha ripetuto quanto afferma da mesi: “Roberto Formigoni deve deiventare commissario straordinario alla mitigazione dei rischi idrogeologici. Il governo deve assegnargli deleghe simili a quelle attribuite alla Protezione civile perché il Seveso va considerato un’emergenza da affrontare con decisione e rapidità. Le leggi ordinarie necessitano di troppo tempo e non consentono di intervenire efficacemente per porre rimedio alla situazione". Insomma Podestà invoca i pieni poteri per superare le opposizioni al progetto che in realtà viene respinto da sempre perché non risolutivo e insostenibile dal punto di vista ambientale. A fronte di un'opera devastante per il territorio (il nuovo canale e la vasca) lo scolmatore si limiterebbe infatti a spostare le acque inquinatissime del Seveso nel Ticino che è l'unico fiume non inquinato della Lombardia.  

1 commento:

Anonimo ha detto...

La cosa tragica è che stanno facendo come è sempre stato fatto in Italia: si concentrano a dismisura su un'opera, la vasca di laminazione a Senago, vendendola come la panacea risolutiva. Ci spenderanno palate di milioni. Faranno esondare anche i preventivi fino a raddoppiarli nei costi finali. E quando si accorgeranno che le vasche non risolveranno il problema, scapperanno con il bottino e nessuno pagherà, se non i cittadini che, pur non volendolo, si troveranno con lo scempio del territorio dentro casa.

Stefano Palazzolo (Senago)
Senago Sostenibile