giovedì 4 novembre 2010

Eureco: il business dei rifiuti "produce" 5 feriti gravi

La prima cosa  che ho  visto arrivando alle 16 circa davanti all'Eureco di Palazzolo, sulla quale stagnava ancora la nube nerastra dell'incendio, è stato il sindaco Alparone seguito da mezza giunta, Lidia Katia Ruzzon, Bogani, Ghioni, Salgaro e Di Maio, che si aggiravano (vedi foto a fianco) tra i pompieri, gli agenti e i militi delle forze dell'ordine (Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia locale, ecc) che gremivano il piazzale dell'azienda. Insomma, tutto era già finito. L'esplosione e l'incendio provocati probabilmente dal trattamento dei rifiuti industriali (oli e solventi esausti) che la società stocca prima dello smaltimento in altri impianti, si era verificata tra le 14.30 e le 15 e aveva fatto sette feriti, di cui cinque ricoverati in gravi condizioni (codice rosso) in diversi ospedali di Monza e di Milano; tra gli addetti alle operazioni di trattamento rifiuti tre feriti apparivano molto gravi per via delle ustioni "ho visto uscire persone tutte bruciate e con la pelle che si staccava a brani" mi ha raccontato un testimone subito accorso dopo la prima esplosione. Le cause vere dell'incidente e il tipo di sostanze coinvolte nello scoppio e nell'incendio non sono ancora note. Una cosa però è certa: questa azienda pericolosa che mette a grave rischio il nostro territorio è stata piazzata qui a Palazzolo dalla Regione Lombardia nei primi anni '90 approfittando dell'emergenza rifiuti. Non importa se quell'emergenza era provocata dai rifiuti urbani di Milano, nelle more di quell'emergenza la cui gestione era stata affidata a Formigoni, l'impianto della Eureco, è stato appioppato alla nostra città e non c'è stato verso di dire di no. Un precedente da tenere presente in vista della localizzazione dell'inceneritore per rifiuti speciali che, ancora una volta la Regione, vorrebbe autorizzare al Villaggio Ambrosiano.

Un'altra notizia che ho appurato è che dei sette lavoratori feriti cinque sono stranieri, pare dipendenti di una cooperativa che lavoravano non è chiaro a quale titolo all'interno dell'azienda. Un'altra cosa assodata è che in passato l'azienda è stata sempre nel mirino del Comune di Paderno Dugnano che ha contrastato per quanto era in  suo potere i tentativi di ampliare e aumentare le capacità di gestione, stoccaggio e trattamento dei rifiuti speciali a Palazzolo. Oggi l'incidente gravissimo per le conseguenze che potrebbe avere sulla vita e la salute dei lavoratori coinvolti conferma che le preoccupazioni degli amministratori erano più che fondate.
Una nota a parte è quella relativa alla copertura mediatica dell'evento: ho contato non meno di 10 fotoreporter, cinque o sei telecamere di altrettante emittenti, una decina abbondante di giornalisti, senza contare i tanti cittadini armati di vidocamere e telefonini.
Il sindaco a un certo punto pilotato dal suo addetto stampa si è concesso alle telecamere per dire che la sua unica preoccupazione erano giustamente i feriti e i loro famigliari. Sulla eventuale pericolosità della nube uscita dall'impianto a causa dell'incendio si è detto più tranquillo. "L'Arpa sta procedendo a tutti i rilievi e le verifiche" ha dichiarato.   

1 commento:

Patrizio Brembilla ha detto...

Egregi amici sono un ambientalista e mi occupo di prodotti Bio,l'agricoltura è la mia passione ,vi scrivo che mi sono sempre occupato dei danni ambientali che le Ditte producono un esempio L'ICMESA di Seveso ,non è che sia lo stesso danno ambientale della Diossina accaduto nel 1976 queso incendio che è accaduto oggi a Paderno Dugnano non è la stessa tipologia di rischio altamente tossico?