sabato 20 novembre 2010

Comune: i dipendenti denunciano pesanti umiliazioni

Nei giorni scorsi un mio puntuale commento sulla vertenza che oppone i dipendenti comunali all’amministrazione padernese, ha provocato numerose reazioni, alcune molto seccate, da parte delle RSU che mi hanno subito accusato di “strumentalizzare una lotta che non mi appartiene”, intimandomi praticamente di non mettere il naso nelle loro faccende e astenermi dall’esprimere opinioni senza prima “condividerle e confrontarle” con loro. Soprattutto, secondo la coordinatrice, signora Angela Lombardi, non avrei avuto il diritto di fare delle considerazioni politiche, rilevando che da quando c’è questa amministrazione berluscoleghista quasi il 10% dei dipendenti comunali, tra cui dirigenti e funzionari di grande valore, se ne sono andati per incompatibilità diciamo così “culturale” con i nuovi padroni del Palazzo.
Che quanto sta accadendo negli uffici metta a rischio di deragliamento la macchina comunale è dimostrato dal fatto che su circa 200 dipendenti, da gennaio 2010 a oggi, sono una quindicina quelli che si sono già dimessi perché non avevano nessuna voglia di continuare a subire il pesante clima creato in Comune dai nuovi gestori. E l’esodo, stando alle mie fonti, continua.
Pertanto ho replicato alla signora rivendicando il mio diritto di esprimere opinioni, tralasciando di ricordarle una cosa che mi sembrava banale, cioè che le vertenze dei dipendenti comunali con l’amministrazione “mi appartengono” perché come cittadino di Paderno mi ritrovo ad essere “comproprietario” del Comune e dunque titolato a ficcare il naso nelle sue faccende che per definizione sono pubbliche. Considero, inoltre, i dipendenti comunali, oltre che persone, preziose risorse umane e professionali, e il modo come vengono trattate dai loro gestori pro tempore, sindaco e assessori per intenderci, mi interessa molto come dovrebbe interessare a tutti i cittadini attenti al bene comune.


Questo vuol dire far politica? Ebbene sì, del resto se non voleva far politica, non si capisce perché la signora Lombardi ha pensato di scrivere una lettera ai consiglieri comunali che sono, come è noto, esponenti di partiti politici, non turisti capitati in Comune per caso. Ma torniamo al mio commento che ha fatto inquietare la RSU comunale. Anche il presidente del Cral, Maurizio Lombardo, mi ha scritto per ribadire che la loro è una normale vertenza sindacale, ma poi ha aggiunto riferendosi ai rapporti tra dipendenti e vertici del Palazzo: “Esistono però dei limiti, oltre i quali si arriva all’umiliazione. Non c’è peggiore sconfitta dell’umiliazione quando questa tocca la dignità dell’individuo, perché poi innesca delle conseguenze sicuramente negative per tutti, per il clima di lavoro, per i cittadini e anche per gli amministratori. Non meritiamo un trattamento così, bisogna intervenire per cambiare le cose che vanno male e non mi sembra che il nostro servizio alla popolazione sia uno di quelle”.
Dunque non avevo sognato, le cose che mi avevano riferito a mezza bocca molti dipendenti comunali non erano così campate per aria. Il presidente Lombardo parla di “umiliazioni”, lesive della “dignità dell’individuo” che incidono negativamente anche sui cittadini. Perché di questo grido d’allarme non dovrei preoccuparmi e raccontare questi fatti ai padernesi? Cosa c'è di strumentale nel richiamare l'attenzione di tutti su una situazione del genere?

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