venerdì 26 novembre 2010

Acqua pubblica: quando gli spot della Coop fanno male

“Premesso che bevo da sempre l’acqua del rubinetto (vivo in Umbria), trovo lo spot Coop falso, menzognero ed irritante: nel supermercato Coop dove mi rifornisco sono abbondantemente presenti acque minerali provenienti da regioni lontane come ad esempio la Lombardia (acqua Levissima) e la Campania (acqua Lete) e numerose altre. Non capisco perché la Coop voglia sempre passare per prima della classe quando non lo è affatto: più serie e oneste, e non da oggi, le campagne di altri supermercati concorrenti. La Littizzetto dovrebbe badare, oltreché al suo compenso, a non farsi mettere in bocca delle ridicole e menzognere scemenze”.
Ho riportato questo commento letto su un blog relativo all’ultima campagna di spot della Coop perché lo condivido in pieno. Il filmato, infatti, è ipocrita e irritante perché è un concentrato di luoghi comuni ambientalisti assemblati malamente e presentati in modo assertivo. La madamin Litizzetto, che deve il suo successo alle continue allusioni alla vagina e ai piselli maschili che pare divertano molto, è ripresa mentre raggiunge a piedi la sua casa con un bicchiere di preziosa acqua di montagna. Lungo la strada viene spruzzata dalle ruote enormi di un odioso Suv e affumicata dalla marmitta inquinante di un camion. Poi una volta in cucina apre il rubinetto e ci dice che "per non inquinare" bisogna andare alla Coop che vende le caraffe e l’acqua minerale col suo marchio “comprata vicino a casa”.
Questa storia conferma che non si può tenere sempre i piedi in due scarpe, come fanno quelli che da trent’anni ci raccontano che “il socialismo è il capitalismo fatto da noi”.


Invitare a bere l’acqua del rubinetto o comprare l’acqua delle fonti vicine a casa tua, non è una soluzione credibile di sistema se viene proposta da un gigante della grande distribuzione che ha investito 1 milione di euro in una campagna, apparentemente a sostegno di una buona causa ambientalista, ma senza cambiare per niente i suoi modelli di business e il suo portafoglio prodotti. E’ una irritante operazione di immagine che rischia per questi e altri motivi di tradursi alla fine in un danno per chi invece porta avanti la giusta battaglia per l’acqua pubblica. L’operazione Coop è completamente sbagliata sia per contenuti che come tempi perché è uscita proprio quando la UE ci ha sbattuto in faccia i nostri acquedotti all’arsenico cosa che contrasta con l’affermazione che l’acqua del rubinetto per definizione è la migliore possibile. Si tratta di due battaglie diverse, difendere l’acqua come bene comune è una cosa, dire che l’acqua del rubinetto va sempre bene è un’altra. Non sono i produttori delle acque minerali (che anche la Coop vende) i nemici dell’acqua pubblica. Chi vuol mettere le mani sugli acquedotti non è il padrone dell’acqua Rocchetta o dell’acqua Lete, ma la finanza nazionale e internazionale, insomma le banche. Quella della privatizzazione della gestione dell’acqua, infatti, è solo una grande operazione finanziaria basata sulla cessione forzata della proprietà delle reti pubbliche di distribuzione idrica. Il tutto si traduce in strumentalizzazione di capitali, proprietà e risorse pubbliche, indirizzate al raggiungimento del massimo profitto a svantaggio della sfera sociale. Cosa c’entra questo con l’acqua minerale? Niente, appunto.

1 commento:

Gianni Rubagotti ha detto...

Colgo l'occasione per ricordare che a Paderno c'è una casetta dell'acqua dove con 7,25 centesimi si prende un litro e mezzo di acqua gassata e filtrata.

Io sono l'unico in famiglia a usare questo servizio e ci vado con le bottiglie di PET vuote dell'acqua gassata che prendono altri ma nel mio piccolino anche così riduco un po' il danno ambientale dell'acqua minerale.

Tra l'altro da poco hanno anche messo lì accanto una casetta del latte crudo che può aiutare molte famiglie a risparmiare con intelligenza (oltre che a fare arrivare qualche soldo a chi il latte lo produce in zona e non in qualche altro paese lontano...)