L'incontro è iniziato con la relazione di Ivan Cicconi di Avviso Pubblico su “la normativa in tema di appalti pubblici ,concessioni e contraente generale”. Una puntuale rassegna delle parti più importanti del dlgs.163/2006 che ha recepito del direttive UE. Tutti gli aspetti e i limiti della normativa vengono spiegati dal RUP(responsabile unico del procedimento) alla problematica culturale di “rendere consapevoli gli amministratori dell’impatto –economico e imprenditoriale- di una scelta d’appalto .Aspetto delicato e sottovalutato soprattutto laddove la situazione economica è più ricca e l’ambiente meno semplice (al Nord).
Poi due testimonianza significative: il sindaco di Niscemi (CL) Giovanni Di Martino e l’assessore al Comune di Reggio Emilia, Franco Corradini, sulle “buone prassi”.
Di Martino racconta come, dopo due scioglimenti per mafia del suo Comune (1992 e 2004), a partire dal 2007,da quando è sindaco ,si è preoccupato del loro problema principale: come evitare le infiltrazioni e quindi fare una serie di azioni che ha elencato e che riassumo:
1) adesione ad Avviso Pubblico, una rete di buone prassi e per non sentirsi soli;
2) il controllo a valle dell’appalto. Del durante l’appalto (le forniture, i lavori, la mano d’opera..) e quindi l’applicazione della direttiva del giungo 2010 inviata da Maroni ai Prefetti (i protocolli di legalità che prevedono che le ditte si impegnano oltre il codice dei contratti di fare elenco lista dei lavori e dei sub fornitori e di fornirli al Comune che li può fornire alla Prefettura);
3) le convenzioni con sindacati e imprenditori per il controllo dei cantieri;
4) un regolamento contente anche norme per favorire le denunce di fenomeni estorsivi (usura)con le associazioni dei commercianti;
5) un'alleanza tra Comune, Prefettura, imprenditori, commercianti, operatori, società civile
per organizzare la prevenzione e la lotta contro i fenomeni criminali
6) un “Osservatorio permanente della legalità “,con la città di Niscemi per capire, riconoscere, documentare, fare analisi, fare proposte. Uno strumento operativo che può servire a tutti.
Questo si sostanzia con una collaborazione costante con tutti gli attori sociali e con la costruzione di una rete attraverso un “Centro di documentazione e d’iniziativa” che è un osservatorio per la trasparenza. Un Centro voluto da Regione, Comune, CCIAA ,associazioni di volontariato.. e che ha già redatto 2 Report: uno sulla ‘ndrangheta nel settore edilizio e nello spaccio di droghe e un altro sull’usura e sui trasporti. Poi hanno aperto un negozio di Libera per la vendita dei prodotti provenienti da terre confiscate e fatto 2 protocolli contro il lavoro nero nei LLPP(2005) e per la regolarità di assunzione nei cantieri (2007).
Altra iniziativa interessante la pubblicazione online di elenchi dei subappalti con nomi e importi che chiedono alle ditte aggiudicatarie (protocolli) e il no al silenzio assenso sui subappalti(previsto dalla norma in 15 –30 giorni). Insomma si tratta di trovare la giusta misura di tutto quello che il Comune può fare dentro le norme esistenti, che a volte non sono il massimo della coerenza tra fini e mezzi.
Cicconi a conclusione, elogiando le esperienze di Niscemi e di Reggio Emilia, ricorda che le infiltrazioni hanno ormai raggiunti molti settori economici e non solo quelli tradizionali : droga, usura, prostituzione ma anche trasporti, edilizia, smaltimento rifiuti, attività commerciali, finanziamenti europei, eolico.Poi Corradini racconta l’esperienza di Reggio Emilia: “Noi in Emilia Romagna non siamo immuni, ma molto esposti alla infiltrazione e alla presenza della criminalità organizzata perché siamo ricchi e come tutte le zone di benessere…”. Anche lì il fenomeno nasce negli anni ’80 pesantemente condizionato dal sistema dai “permessi di soggiorno”, soprattutto da una zona della Calabria (Cutro).E in particolare in un settore produttivo: l’edilizia.
Dal 2000/2001 comincia un’attività di prevenzione rivolta in due direzioni diffondere la cultura della legalità e rendere trasparente il funzionamento della macchina pubblica.
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