sabato 30 ottobre 2010

Pensioni da fame per i giovani. Ribellarsi è giusto

“Se dovessimo pubblicare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”. Lo ha detto il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, al Corriere della Sera giovedì scorso.
A quanto arriverà fra 30 anni l’importo della pensione di milioni di giovani che oggi lavorano come precari? Le diverse simulazioni pubblicate dal quotidiano tracciano uno scenario che dovrebbe provocare una rivolta generazionale violentissima, anche perché qui si parla di lavoratori che comunque hanno un contratto e non si tiene conto di altri milioni di giovani che contratti non ne hanno. Secondo la stima di Progetica i precari (o parasubordinati) nel 2050 avranno una pensione che oscillerà dal 36% dell’ultimo compenso a un massimo del 62% che con l’ipotesi di una retribuzione lorda di 36.000 euro (uno stipendio nella realtà medio alto, cioè oltre 2.500 euro lordi per 14 mensilità) si traduce in circa 13.000 euro lordi annui. Percentuali inferiori rispetto a quanto riceveranno i lavoratori dipendenti (dal 45 al 77% dell’ultima busta paga). Il Cerp, invece, ipotizza un tasso di sostituzione dal 49 al 53 per cento. Più cupo lo scenario della Cgil: il lavoratore precario che guadagna 1.240 euro al mese, riceverà un assegno pensionistico di 508 euro, poco più dell’assegno sociale. Inoltre il fondo che oggi raccoglie i contributi dei precari (8 miliardi) serve all’Inps per pagare le pensioni di altri lavoratori garantiti. Chi pagherà, fra 30-40anni le loro pensioni?

Io ho già verificato sulla mia pelle il peso di questo dramma perché sto andando in pensione e ho fatto i conteggi di quanto prenderò per una pensione a fronte di 10 anni di versamenti sul lavoro parasubordinato: con 40mila euro di montante relativo ai contributi versati dal 2000 a oggi, otterrò una pensione di 2200 euro lordi l’anno. La domanda a questo punto è perché non ci ribelliamo a questa ingiustizia che ci condanna a una vecchiaia di stenti? Io per fortuna faccio conto su altri 13 anni di contributi da lavoro dipendente molto consistenti e in totale riceverò 24mila euro lordi l’anno. Me la caverò per un pelo, ma mi metto nei panni di chi comincia a lavorare adesso o ha iniziato da dieci anni. Che vecchiaia sarà la sua se non comincia subito a protestare al posto di appoggiarsi alla famiglia come fanno quasi tutti i giovani di oggi? Ribellarsi è giusto, se si lotta per il diritto alla vita.

1 commento:

Giovanna B. ha detto...

Interessante il post come interessante è l'analisi sul problema giovani.
Ma cosa fanno in concreto i giovani?Hanno mai pensato a tutto questo?Si sono mai ribellati a questa devastante situazione?A me paiono molto tranquilli..certo nulla a che vedere con i giovani delle precedenti generazioni che hanno avuto il coraggio di cambiare...