venerdì 29 ottobre 2010

La libertà è una lettera anonima lanciata sui blog?

Cos’è la libertà nell'era digitale? Ho proposto questo corposo tema di discussione sul blog della giovane destra cittadina “Paderno 7 on air” e ho ricevuto una prima interessante risposta dal gestore Francesco Rienzo: “Libertà significa, a nostro parere, lasciare a tutti la possibilità di argomentare le proprie opinioni ed esprimere le proprie ragioni. A nessuno interessa il cognome e il codice fiscale di chi scrive (sempre che non ci sia alcun tipo di offesa, ben inteso). Confrontarsi significa ragionare sulle idee, non sulle credenziali di chi scrive. Solo un atteggiamento così “liberale” può favorire il coinvolgimento delle tantissime voci che provengono dal web, senza isolarle e lasciare che odiino chi non dà loro spazio. Quel che è certo è che mai ci sogneremmo di definire libertà di intervenire su un blog “una mia libera scelta, non un diritto”. Bene, per noi è un diritto, nel momento in cui si decide di trasformare un blog personale in un sito di riferimento territoriale come il nostro. Mai ci sogneremmo di selezionare i commentatori in base a chi attaccano o in base a cosa esprimono, con la scusa della mancanza di nomi. Ecco perché la nostra è una concezione di libertà esattamente opposta a quella enunciata”. Cominciamo con una puntualizzazione di merito: io non ho mai censurato un’opinione diversa dalla mia perché era diversa, non ho pubblicato affermazioni palesemente false, provocatorie, diffamatorie anonime, perché se le avessi pubblicate me ne sarei assunto direttamente la responsabilità e le avrei avallate. Anche in un blog, che non è un giornale, ma una piazza o salotto virtuale, il principio della responsabilità personale delle opinioni espresse è e deve essere sacrosanto. In piazza si discute tra gente che si conosce o no? Io credo fermamente che non esista una vera libertà di opinione senza assunzione di responsabilità. L’anonimato del resto che bisogno di libertà soddisfa oltre a quello di essere irresponsabili?
Ma facciamo un passo indietro, cioè torniamo alla differenza tra Padernoforum e Paderno 7. Il mio è un blog personale che ho messo al servizio di un impegno civile, culturale e politico. Il giorno che il mio impegno finirà probabilmente lo chiuderò perché lo considero un mezzo e non un fine. In questo è molto simile a quelli tenuti da Giovanni Giuranna e Massimo Negrisoli, anche se loro di tanto in tanto tentano di trasformare i loro blog in fini, cioè in community. Io invece considero il mio uno spazio privato che apro all’esterno invitando i lettori ad esprimersi sulle cose che scrivo, ma non a chiunque, perché non è un’istituzione pubblica, anche se è aperto al pubblico. Fare community, insomma, non mi interessa. Sono una persona singola che vuol rivolgersi ad altre persone singole per confrontare idee e opinioni.

Paderno 7 invece secondo i suoi creatori e gestori, che sono un gruppo unito da idee, opinioni, e frequentazioni politiche comuni e non un singolo cittadino, sembra avere l'obiettivo di diventare istituzione, di essere riconosciuto come una sorta di servizio pubblico, “un sito di riferimento territoriale” si definiscono. Di riferimento per chi e per cosa? Vogliono, afferma Rienzo, “favorire il coinvolgimento delle tantissime voci che provengono dal web, senza isolarle e lasciare che odiino chi non dà loro spazio”. Ma di quale isolamento, di quale odio, di quale spazio negato parlano? Tutte le Tv e le radio nazionali e locali sono piene di telefoni aperti e fili diretti, milioni di siti, blog, forum, mailing list, social network sono aperti dalla mattina alla sera alle opinioni di tutti a tutti i temi possibili. Come di fa a sentirsi “isolati” in questo casino superaffollato? Qui mi pare si confondono patologie e diritti, percezioni e realtà. Il famoso diritto al quarto d'ora di celebrità, per di più anonima, non è una rivendicazione che la società ha l'obbligo di soddisfare. Se così fosse avrebbe ragione anche CRB che cerca di affermarlo scrivendo sul muro del cimitero il suo disperato grido di dolore.
Paderno 7 si considera, a me pare, una cosa a metà tra il telefono amico e il centro d’ascolto, rivolto sembra, a persone con bisogni di relazione, una specie di filo diretto con il rancore diffuso di chi nonostante viva immerso nell’affollamento della vita digitale, si sente soggettivamente escluso. Ma se è così cosa c’entra in tutto questo la libertà di opinione? Il blog come “forma futura della politica” afferma Rienzo. Io non ci credo, ma ammetto di essere vecchio (anche se ho usato internet per comunicare molto prima di Rienzo e soci) e la mia visione del futuro è limitata dall'età. Una cosa però so con certezza: nuovo non è innovazione e credo, come ho già scritto, che anche in futuro un soggetto che vuole agire sul territorio insieme alla gente con la quale convive deve tornare ad essere una bottega fisicamente aperta alla città e alle persone. Non ai nikname.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

però è difficile confrontarsi con qualcuno che quando la pensa diversamente utilizza il proprio forum a piacimento occultando i commenti a seconda della necessità.
(anche se c'è il nome-cognome e non ci sono insulti). vero Arcari? in questo caso più che di democrazia parlerei di...oligarchia? mah!

Fabrizio Fibra

carlo arcari ha detto...

caro Fabrizio, purtroppo il tuo nome e cognome (Fabri Fibra) sembra un nikname più che un'identità, ma detto questo perché non mandi un commento su quello che ho appena scritto? Così ci confrontiamo democraticamente su un tema preciso. La libertà è una lettera anonima lanciata nella rete? Io dico di no e ho argomentato il mio parere, tu cosa ne pensi? ciao

Anonimo ha detto...

Rispondo qua riprendendo argomentazioni che ho letto su entrambi i blog. Il confronto è interessante.

Non condivido il 'burqa informatico' dei nickname e dell'anonimato: firmarsi con nome e cognome è prima di tutto una forma di educazione e rispetto verso il proprio interlocutore.

Personalmente trovo il web 2.0 una dimensione da sfruttare ma che purtroppo lascia il tempo che trova: sembra quasi che chi urla di più abbia ragione, andando a rispecchiare l'essere di un altro medium quale la televisione coi suoi salottini e talk-show.

Non condivido neppure il filtro della moderazione dei messaggi (salvo rasentino la diffamazione), però questo è un problema che ci sarà nel rapporto web-master/utente, in cui quest'ultimo ha la libertà di scelta se continuare il proprio soggiorno informatico nei lidi web scelti o meno.

Chiudo con una concezione tutta personale: la politica non si fa a suon di click o battendo tasti, si fa con le parole e i fatti, stando face-to-face nelle piazze. Non quelle virtuali fatte di nickname, banner e link, ma in quelle con persone, panchine e fontane. Spente.



Saluti,

Simone Carcano

Anonimo ha detto...

Buona sera Arcari, dato che sono quello che involontariamente ha dato inizio alla polemica, vorrei approfittare del suo spazio per portare il mio modesto contributo alla discussione. Premetto che sono un semplice cittadino non direttamente impegnato in politica, ho le mie convinzioni e cerco di informarmi su quello che mi succede intorno. Leggo abitualmente i diversi blog Padernesi e qualche volta intervengo.Confesso che le prime volte anch'io non mi firmavo ma poi mi sentivo come uno che tira un sasso e poi nasconde la mano. Quando poi si parla di questioni locali che ci interessano da vicino mi pare inutile nascondersi dietro l'anonimato. Riguardo alla sua domanda credo che Internet, Blog, ecc. siano strumenti che possono aiutare ma mi sembra assurdo pensare che si possano sostenere idee, fare proposte, parlare di democrazia, cioè fare politica, esclusivamente attraverso la rete e magari in modo anonimo.
Grazie.
G. Pessina

Anonimo ha detto...

Vorrei dire solo una cosa: se non ci fossero i blog ed il web in genere probabilmente staremmo in piazza a parlare di bunga-bunga, superenalotto e a pensare che la vita è bella. niente inceneritori, autostrade nel soggiorno, acqua a pagamento, etc. tutto questo è informazione libera e non c'è bisogno di un cognome per dire ai padernesi che è meglio aprire gli occhi. GRAZIE quindi a tutti coloro che gestiscono i blog (compreso lei Arcari) e pure a coloro che criticano (io), perchè serve pure il confronto per capire le cose. Io dico la mia e ascolto gli altri, e di questo ne vado fiero anche se mi maschero con un nick. Fabri Fibra(non arch.allegro)