“La Regione Lombardia ci ha preso in giro e poi scaricato, la Provincia non fa niente, il Comune ci ignora, ma noi non possiamo accettare che tutto finisca così”. I lavoratori Lares sono molto delusi e arrabbiati a seguito dell’incontro avuto giovedì scorso al pirellone con i due assessori al lavoro e alle attività produttive, l’azzurro Rossoni e il verde Gibelli. “Il primo ci ha detto, contraddicendo quello che aveva affermato in settembre, che non è previsto per noi l’allungamento della Cassa integrazione in deroga che scade a fine dicembre. Il secondo ha dichiarato che lui considera Paderno Dugnano una città ormai deindustrializzata dove non intende investire una lira per fare impresa”. Se a queste premesse dichiarate degli organismi titolari di risorse da investire in lavoro e attività produttive si aggiungono il sostanziale niente di fatto della Provincia di Milano e il disinteresse ostentato dal Comune di Paderno Dugnano che sostiene di non avere competenze in tema di lavoro e di impresa sul suo territorio, non si può che constatare la solitudine e l’abbandono nei quali sono stati lasciati centinaia di lavoratori di Lares, ma anche di Metalli Preziosi, che da un anno e mezzo sono in cassa integrazione a causa del fallimento fraudolento delle rispettive aziende.
“Ma chi lo dice che un Comune non può fare impresa e dare lavoro – si chiedono i dipendenti delle due aziende – il Comune avrebbe invece il dovere di sussidiare per quanto possibile l’iniziativa dei privati quando questa manca o viene meno. In Svizzera decine di piccole imprese milanesi e brianzole si stanno trasferendo attirate dalle condizioni di favore (capannoni gratis, sgravi fiscali e altri incentivi) che i Cantoni propongono loro in cambio della localizzazione di nuove aziende. Il sindaco Alparone dice di voler attirare a Paderno nuove aziende: ma con quali offerte e a quali condizioni di favore?”.
I lavoratori Lares si chiedono anche che fine hanno fatto gli oltre 3 milioni di euro che secondo gli accordi firmati anche dagli enti locali avrebbero dovuto essere accantonati per lo spostamento dell'azienda. Non accettano il loro destino e sembrano decisi a combattere su tutti i fronti prima di andare in mobilità. “Chiediamo alla politica cittadina, provinciale e regionale di fare la sua parte – dicono – chi dice di stare con i lavoratori lo deve dimostrare mettendo al centro del dibattito delle assemblee locali l’emergenza lavoro. A Paderno ad esempio che fine hanno fatto gli impegni presi solennemente dall’amministrazione e dal sindaco nel febbraio scorso? Non possono continuare a prenderci in giro e poi chiederci il voto”.
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