Un enorme regalo ai signori del cemento, questo il prezzo pagato dai milanesi per avere l'Expo. I tre enti locali milanesi, governati dalla destra, sembrano aver trovato l’accordo sui terreni di Rho-Pero e la grande manifestazione che fino a ieri era ancora in forse, salvo smentite, forse si farà. Il succo dell’accordo raggiunto nella notte a casa del sindaco Moratti è il seguente: i privati, Fondazione Fiera (500mila mq) e Gruppo Cabassi (250mila), dovrebbero concedere “in prestito” i terreni di loro proprietà, in cambio del solo diritto di superficie di 1 euro, fino al 2016. Terminata l’esposizione universale, i terreni, che nel frattempo avranno cambiato la destinazione d’uso da agricola a edificabile, torneranno nelle mani dei legittimi proprietari, con un valore moltiplicato. Il motivo della scelta? Le difficoltà economiche degli enti locali, che non hanno la possibilità di comprare le aree e dunque regalano ben 600mila mq di residenze e uffici ai proprietari, come ha denunciato l’architetto Stefano Boeri, autore del concept master plan (l’idea dell’Orto Botanico Globale) dell’esposizione universale.
Tramontano così le belle intenzioni dichiarate un anno fa che prevedevano il mantenimento a parco e all’uso pubblico delle grandi aree verdi utilizzate dall'esposizione. Al posto del parco una gigantesca colata di cemento, come molti, con ragione, avevano previsto fin dall’inizio. Ancora una volta la destra berlusconiana lombarda, mettendo in minoranza Formigoni che aveva cercato di acquistare i terreni per mantenerli di proprietà pubblica e tutelarne il destino, si rivela per quella che è: una banda di palazzinari senza scrupoli sostenuta dai leghisti, decisi a rimanere fino all'ultimo complici di Berlusconi nella speranza di ottenere in cambio l’agognato federalismo secessionista, risultato inevitabile dello sfascio del Paese da loro sempre perseguito come meta dichiarata.
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