sabato 30 ottobre 2010

Berlusconi taglia i fondi all'Anpi

Il 1° novembre l’Anpi milanese, come da tradizione, insieme alle Associazioni degli ex Combattenti, ricorda e onora coloro che si sono sacrificati per ridare alla Patria onore e dignità. La cerimonia in memoria dei partigiani, dei deportati nei campi di sterminio, degli internati militari e combattenti dell'Esercito di Liberazione, si svolgerà al Cimitero Maggiore-Campo della Gloria (64) alle ore 10.30. Ai caduti saranno resi gli onori militari, alla presenza dei familiari, di autorità civili, militari e religiose. Verranno deposte corone d'alloro e vi saranno interventi di rappresentanti delle istituzioni e di Associazioni della Resistenza (la partenza dalla sezione di Paderno è prevista alle 9,30).
L’Anpi da quest'anno dovrà fare i conti anche con il governo di destra che con la scusa della crisi fa le sue vendette. Nei giorni scorsi l'associazione ha denunciato il taglio del contributo che il governo annualmente attribuisce per legge alle 16 Associazioni combattentistiche e partigiane. Berlusconi, infatti, ha pesantemente penalizzato soprattutto gli ex partigiani, dimezzando quest’anno il contributo (165.000 euro) concesso nel 2009. “Per giustificare questa odiosa discriminazione – spiegano all’associazione - il governo delle destre ha manomesso il numero degli iscritti del 2009 attribuendocene 44.000 anziché i 105.000 reali. Con quasi la metà di tutti gli iscritti alle 16 associazioni di ex combattenti, all’Anpi è stato assegnato solo il 10% del totale dei finanziamenti!”. Cos’altro è questo – si sottolinea - se non un tentativo di ridurci al silenzio? Di mettere a tacere l’antifascismo organizzato, la memoria della Resistenza, l’impegno dell’Anpi nella difesa e promozione della Costituzione?
I rapporti tra gli ex partigiani e il governo non sono idilliaci e la mossa di Berlusconi ha il sapore della ritorsione dal momento che arriva dopo la vivace critica sollevata dai primi nei confronti dei ministri Larussa e Gelmini che hanno deciso di introdurre un corso “premilitare” nelle scuole superiori. La decisione era stata denunciata dal settimanale Famiglia Cristiana e l’Anpi aveva aggiunto la sua critica a quella del giornale cattolico.

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