giovedì 21 ottobre 2010

Acqua pubblica: la proposta di legge del Partito Democratico

“Siamo qui perché, testardamente, vogliamo occuparci di questioni reali” così Pier Luigi Bersani ha introdotto la conferenza stampa di presentazione della proposta di legge del Pd sull'acqua pubblica.
La proposta nasce da un giudizio profondamente negativo sul decreto Ronchi, che ha imposto la privatizzazione forzata del servizio idrico integrato togliendo agli enti locali e quindi alle comunità ogni potere di decisione. E da un giudizio altrettanto negativo sul decreto Calderoli, che ha successivamente disposto la soppressione degli Ato (Assemblee di ambito territoriale ottimale) entro il dicembre 2010, creando un’incertezza che impedisce una corretta ed efficiente gestione del servizio.
Dal successo della raccolta di firme per i referendum per l’acqua pubblica arriva una forte e giusta rivendicazione di tutela e di garanzia sulle condizioni in cui viene svolto il servizio idrico integrato. Il Partito Democratico è impegnato nella stessa battaglia e propone un disegno di riforma organica del settore che tuteli la risorsa acqua e la garanzia di un servizio di massima qualità per i cittadini a tariffe eque. Il testo sarà poi sottoposto a una consultazione con gli iscritti, gli amministratori locali, le associazioni dei consumatori, le associazioni ambientaliste, le parti sociali.
I punti fondamentali della proposta sono:
- Ribadire che l’acqua è un bene pubblico e sono beni pubblici anche le strutture del servizio idrico integrato;
- Una gestione industriale del servizio idrico che abbia una dimensione di scala adeguata, utilizzi le migliori tecnologie, e che sia realizzata secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità;
- Gli amministratori locali, sindaci in primo luogo, riuniti nell’assemblea di ambito territoriale ottimale, hanno il compito di prendere le decisioni fondamentali riguardo al servizio idrico integrato e quindi gli obiettivi di servizio, l’uso della risorsa, gli investimenti, il limite di sostenibilità della tariffa, l’affidamento del servizio idrico;
- Istituzione di un’Autorità di regolazione indipendente che abbia poteri di verifica dei piani strategici e dei piani d’ambito, che verifichi la congruità delle tariffe, che controlli l’attività dei gestori con poteri di ispezione e di sanzione;
- Introduzione di una tariffa sociale a vantaggio dei nuclei familiari più numerosi e delle fasce meno abbienti;
- Istituzione di un fondo nazionale per il riequilibrio territoriale delle dotazioni e delle infrastrutture idriche e per la preservazione della risorsa acqua, a garanzia dell’accesso universale a un servizio di massima qualità secondo criteri di equità e solidarietà;
- Partecipazione, garanzia e informazione per gli utenti sono tutelate dall’Autorità di regolazione che garantisce a tutti i cittadini la massima trasparenza.

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