Il Seveso, fiume umiliato che blocca la Metropoli

Ieri mattina , dopo una notte di pioggia, l’umile e negletto Seveso ha fatto notizia mandando Milano sottacqua. Tombini esplosi, box e cantine allagate, traffico in tilt da Niguarda in giù. E’ incredibile constatare che da 50 anni a questa parte il copione è sempre quello. El Seves, il fiume negato e violentato dalla metropoli che lo usa brutalmente da millenni come una fogna, ha ricordato a Milano e ai milanesi che esiste e non si può far finta di niente. Quello di ieri era un disastro ampiamente previsto, la Protezione civile era in allerta, ma non ha potuto far niente per prevenire i danni se non distribuire sacchi di sabbia. Per diverse ore il Seveso ha bloccato viale Fulvio Testi all'altezza di Niguarda e negli ultimi quattro anni è la seconda volta. Il problema – dicono i tecnici - è che non si può impedire l'esondazione perché essendo incanalato sotto Milano il fiume si riversa in un sistema fognario inadeguato e sottodimensionato. C’è chi dà la colpa al cambiamento climatico che produce temporali di tipo monsonico, dimenticando che 50 anni fa le cose con il Seveso andavano allo stesso modo e il riscaldamento globale non era all’ordine del giorno. Come scrive Nicolletta Saita su "post-it" questo fiume, anzi torrente, alle sue origini, "è puro e innocente: nasce sul Monte Olimpino, nel comasco, nel territorio di Cavallasca, a 490 m s.l.m.; scorre nel proprio alveo a cielo aperto fino a Milano Niguarda, per 50 km, poi entra nel Naviglio Martesana e da qui nella rete interna alla città fino a che le sue acque entrano nel Redefossi ed infine nel Lambro Settentrionale. Nella prima parte del suo percorso vanta persino sei affluenti: cinque sulla sponda sinistra (Rio Rossola, il Rio Acquanegro, S.Antonio, Serenza e Certosa o Tarò), uno, il torrente Comasinella, sulla sponda destra". In condizioni naturali la sua portata non sarebbe tale da rappresentare un rischio per la metropoli, ma secoli di inurbamento del Nord Milano ne hanno fatto il collettore di tutte le acque meteoriche che non vengono più assorbite dal terreno, e gli scarichi aumentano di pari passo con la cementificazione del territorio. La verità insomma è banale: il Seveso è un fiume,  e i fiumi nell'antichità erano considerati dagli uomini delle divinità; da quando un "dio", anche se piccolo, è riducibile a una fogna senza conseguenze? Forse dovremmo riconoscere il nostro errore, chiedergli scusa e restituirgli la sua dignità, per non subire più le sue  divine vendette. 
 
 
 
          
      
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
2 commenti:
Se penso ai racconti che mi faceva mia nonna, a proposito delle belle acque del Seveso, dove ai tempi, nel suo alveo,si lavavano tranquillamente i panni, provo molta pena vedendo quanta violenza ha dovuto subire negli ultimi decenni.
Poi, penso anche, a quando ero più giovane e, mi ricordo che non passava giorno che, le sue acque, non cambiassero colore e puzza.
Adesso, sto assistendo alla sua rinascita,(Per quanto possibile)fatta di riconsolidamento delle sue sponde,(Se non si fosse intervenuti, alzando la sponda nei pressi del Borghetto, sarebbe esondato tal quale a Niguarda)di piste ciclabili molto belle e, non ultimo,(Anzi in primis)devo constatare che, le sue acque, alcuni giorni sono quasi limpide.
Se anche i comuni, dove è incanalato, si adoperassero per rinverdire il suo corso, facendolo tornare in superficie, farebbe sicuramente la voce meno grossa, quando la pioggia le da modo di vendicarsi della stoltezza umana.
Flavio Mariani
Circa il Seveso io avevo letto un articolo interessante fatto dai tuoi studendi del corso di giornalismo....
Aris Baraviera
Posta un commento