giovedì 8 aprile 2010

Lavoro: il sindaco e il comune non fanno niente? Licenziamoli

Ieri sera all’incontro convocato dai lavoratori di Lares e Metalli Preziosi per preparare la manifestazione in difesa del lavoro convocata il 13 aprile dai cassintegrati delle due aziende storiche di Paderno Dugnano, le uniche forze politiche presenti erano quelle del centro sinistra, da Rifondazione Comunista ai Verdi, dal PD all’UdC. Come sempre, quando si tratta di passare dalle parole ai fatti, la Lega non c’era, non c’era il PdL.
Non c’era l’amministrazione comunale. ovviamente, che di fatto si pone ormai come una controparte nei confronti di questi lavoratori giunti allo stremo. Dopo aver portato avanti per mesi la politica della “pacca sulla spalla” e una vicinanza tutta e solo mediatica alla lotta e ai problemi di centinaia di persone, di capifamiglia, di lavoratori, il Comune come soggetto sociale e politico collettivo, è scomparso. Ieri sera i lavoratori hanno sottolineato questa significativa assenza, questo inqualificabile vuoto istituzionale, con tristezza e rabbia. Hanno ricordato infatti che due mesi fa, in un Consiglio comunale aperto organizzato proprio per discutere dell’emergenza lavoro il sindaco in prima persona aveva fatto delle promesse ribadite poi sul periodico La Calderina di intervento e di iniziativa che sono rimaste lettera morta: “Invitiamo gli imprenditori a venire a Paderno Dugnano perché qui troveranno ad accoglierli politiche finanziarie di incentivo. La nostra Amministrazione comunale garantirà, infatti, agevolazioni contributive per coloro che verranno a investire nella nostra città e assumeranno padernesi cassintegrati o in mobilità – aveva scritto e detto il sindaco -. Penso per esempio all’esenzione di alcune imposte comunali che facilitino l’insediamento e a uno snellimento degli iter burocratici”. Chi le ha viste queste politiche? Nessuno, come nessuno ha visto politiche di sostegno al reddito dei lavoratori costretti a vivere da 17 mesi in condizioni durissime. Ancora ieri sera sindacati e rappresentanti del Comitato di lotta hanno ricordato che niente è stato fatto dall’amministrazione su questo fronte e che l’unico aiuto alle famiglie dei lavoratori è arrivato dalla Caritas e dalla Parrocchia che ancora una volta si sono sostituite alle istituzioni locali, irresponsabili, latitanti e assenti (vedi anche http://blog.libero.it/Laresblog/view.php?nocache=1258397809).

“Nei nostri progetti c’è anche un importante lavoro di monitoraggio sul mondo dell’imprenditoria e quindi dell’occupazione, sull’economia e sul benessere della nostra città – aveva promesso Alparone -. Vogliamo istituire uno sportello per i lavoratori e per gli imprenditori, un’anagrafe che riesca a censire le aziende presenti nel territorio del nostro Comune, che ne rilevi la forza lavoro e che ascolti le necessità di titolari e dipendenti, in forma diretta o attraverso i propri rappresentanti di categoria. Uno scambio di informazioni che ci aiuterà a prevenire eventuali problematiche, e quindi facilitare l’incontro di domanda e offerta”.
Promesse vane, parole vuote. Il sindaco che ieri sera non ha sentito la necessità di confrontarsi e dialogare con questi suoi concittadini evidentemente conta sul fatto che tra un po’ questo fastidioso problema si risolverà da sé. I lavoratori verranno sgombrati nei prossimi mesi dai loro presidi, le aziende diverranno definitivamente aree dismesse di cui il “suo” futuro PGT farà quel che vorrà. Ma forse si sbaglia.
Il prossimo 13 aprile intanto si troverà davanti al palazzo comunale una bella manifestazione di cittadini e lavoratori che gli chiederanno conto delle sue parole e gli chiederanno il rispetto degli impegni presi davanti alla città. I punti principali sono i seguenti: 1) consulta permanente comunale sul lavoro 2) aree industriali e incentivi per la crescita delle imprese, 3) fondo anticrisi, 4) impiego di strumenti di formazione e orientamento lavoro per lavoratori e imprese; 5) interventi di sostegno ai lavoratori in difficoltà (sgravi su costi scuola, casa, tariffe comunali); 6) interventi per sgravare burocrazia per piccole e medie imprese; 7) capacità di fare rete orizzontale (politiche congiunte con amministrazioni comunali territorialmente vicine) e verticale (pressioni e proposte verso Provincia e Regione); 8) fare ciò che è possibile per favorire l'accesso al credito per l'impresa e il congelamento vero del debito per il lavoratore in cassa integrazione o mobilità.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

A ben guardare i dati relativi all'ultima tornata elettorale, ho paura che, anche tra i lavoratori delle aziende in crisi del Villaggio, ci sono dei sostenitori del centro destra!!!

Il centro sinistra si da da fare per cercare di aiutare i ceti meno fortunati e, come premio, non viene votato.

Mah, che bell'Italia da Grande Fratello!

Anonimo ha detto...

Insomma, se li inviti non vengono, se vengono quelli del centro sinistra e loro disertano le riunioni indette dai lavoratori e non si fanno mai vedere :lo fanno in nome del rispetto (rispetto di che???), se gli chiedi di spiegarti a che punto stanno tutti quei programmi che dovevano essere varati a tutela dell'occupazione e del sostegno delle famiglie: silenzio totale. Se i lavoratori si rompono le p.... e decidono di andare avanti da soli o con chi è disposto a dargli una mano, allora li accusano di fare politica! mi fa venire in mente quella canzone: "se sei bello ti tirano le pietre, se sei brutto ti tirano le pietre.....
Un minimo di coerenza! e che diamine!
Mario

Spartaco ha detto...

questi qua vogliono solo farti l'elemosina. E' possibile che non l'abbiate ancora capito? Che cosa ti devi aspettare da chi mette l'incentivo all'acquisto dei...fuoribordo??!!?? Nei film di Fantozzi si rideva quando il megadirettore galattico si portava i dipendenti a pulire lo yacht; la nostra realtà è decisamente più triste.
Spartaco Filippi.

Anonimo ha detto...

Dopo le elezioni chi si è visto si è visto: Silvio docet-

Baraviera Aris