Sull’inceneritore si fa troppo teatro, gli attori recitano male e devo rimangiarmi gli applausi che ieri avevo tributato ad Alparone. E me ne dispiace. La giornata di ieri, infatti, è stata ricca di colpi di scena e annunci a sorpresa che hanno accompagnato la nascita del Comitato cittadino contro l’inceneritore che in serata, nel salone dell’Oratorio del Villaggio Ambrosiano, è stato formalmente costituito per acclamazione da parte di circa 200 persone venute anche dalle città vicine.
Nel pomeriggio, prima dell’incontro, erano arrivati ai giornali e ai blog due comunicati sorprendenti. Il primo del sindaco Alparone che nel suo stile involuto in qualche modo affermava di “voler respingere il progetto del termovalorizzatore”. Cioè di voler dire “No” all’inceneritore. Il secondo dell’ex sindaco Casati che informava di un fatto grave e significativo: la società proponente l’inceneritore che aveva dichiarato di voler riunire nel nuovo progetto due autorizzazioni già ottenute per due impianti, uno ad Incirano e uno a Cesano Boscone, il realtà si era vista revocare dalla Regione l’autorizzazione per quest’ultimo impianto già dal 2008 e dunque non era in possesso dei titoli che diceva di avere nella sua richiesta. “Come mai – diceva Ezio Casati - la Paderno Energia dice di vantare questa duplice concessione? Dal punto di vista politico trovo sconcertante che l'amministrazione comunale padernese non abbia fatto tali semplici verifiche... Si sarebbero evitati inutili congetture e le giuste paure dei residenti. Parlare di dilettantismo e approssimazione mi pare il minimo”.
Insomma, la scena che sembrava aver visto finalmente un po’ di luce, tornava a intorbidarsi e nel corso della serata al Villaggio si è visto che purtroppo, una svolta positiva verso una possibile unità d’intenti tra cittadini e amministrazione, non era nemmeno all’orizzonte. La giunta di Paderno Dugnano si conferma incapace di comunicare con trasparenza le sue vere intenzioni ai cittadini, su questa come su altre vicende.
Ieri i cittadini costituendo il Comitato hanno dato vita a un organismo di controllo democratico dal basso che opererà in collegamento con gli altri comitati già nati nelle città vicine per impedire che l’impianto venga realizzato sul nostro territorio. Un controllo che dovrà marcare stretti gli amministratori locali, perché questi si dimostrano ancora una volta inaffidabili. Ieri sera l’intervento politicamente più significativo, a mio avviso, è stato quello di Don Gabriele, parroco di Paderno e del Villaggio, che nella sua introduzione all’incontro ha ricordato “mai come in questi ultimi mesi ho partecipato ad assemblee di cittadini convocate per fronteggiare nuovi e gravi problemi che riguardano la vita di tutti”, problemi che si chiamano chiusura di fabbriche, Rho-Monza, acqua privatizzata, inceneritore, sui quali l’amministrazione comunale non ha garantito e non garantisce ai padernesi un solido sostegno. Se io fossi Alparone, ci rifletterei seriamente.
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