Il primo Consiglio Comunale del 2010 che si è tenuto ieri sera è stato una "assemblea aperta" sul tema del lavoro. Scelta corretta e necessaria (anche se tardiva, come faceva osservare più di un lavoratore padernese) perché la chiusura di fabbriche storiche grandi e piccole della nostra città, è diventata da tempo la questione più importante al centro delle preoccupazioni di tutti. La serata è stata volutamente concepita come "cittadina", senza cioè prevedere inviti a esponenti politici e amministratori esterni (le elezioni regionali imminenti l'hanno sconsigliato, anche se la presenza di Regione e Provincia sarebbe stata necessaria). Dopo l intervento di apertura del Sindaco e quello dei gruppi consiliari, il dibattito è stato aperto a tutti, ai lavoratori delle aziende padernesi, ai sindacati territoriali e alle rappresentanze sindacali di commercianti, artigiani, industriali e ai cittadini. Mi riservo di commentare in un secondo tempo quanto emerso dall'incontro e vi propongo qui di seguito il commento sulla serata che mi ha inviato Marco Coloretti, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Comunale.
Dal punto di vista formale, mi sembra sia stato un buon Consiglio Comunale aperto: organizzato bene, condotto bene, dai toni decisi ma corretti, con la voglia di tutti gli intervenuti di dire qualcosa "per" il lavoro e non "contro" la parte politica avversa. Una prova collettiva di maturità e di sensibilità. E' vero che forse mancava qualche interlocutore istituzionale in più - Provincia, Regione - però con la campagna elettorale per le regionali aperta avrebbe potuto creare solo problemi e snaturare il clima di cui sopra. Io ho condiviso questa impostazione, credo ci possano essere occasioni successive a ieri sera per coinvolgere altri attori istituzionali senza la cornice del voto a breve.
Dal punto di vista sostanziale, anche il dibattito è stato ricco di spunti, non c'è stata da parte di nessuno l'ambizione di avere la soluzione a tutti i mali, si sono rilevate le problematicità aperte, le fosche prospettive (vedi la fine della cassa integrazione a maggio), la ricaduta sociale della perdita del lavoro.
Credo che lo sforzo prodotto ieri sera non debba andare perduto: occorre dare continuità a questa discussione, proprio per tradurre in pratica amministrativa la volontà politica espressa da tutti di essere non solo vicini ai lavoratori a rischio occupazione ma anche di essere partecipi e solidali con loro.
Per questo, sentite le conclusioni dal Sindaco, io rilancio quanto affermato ieri sera: a partire dalla Commissione Capigruppo - artefice della serata di ieri e rappresentativa dell'intero consiglio comunale - si lavori per la definizione di un Ordine del Giorno che metta in fila gli interventi possibili per un Comune, controllando che il percorso da verbale possa trovare definizione in politiche attive "per" il lavoro e i lavoratori.
Un Ordine del Giorno che contenga alcune cose chiare e fattibili su cui ieri sera sembravano già esserci ampie convergenze:
- la consulta (osservatorio) permanente comunale anticrisi;
- il mantenimento delle aree industriali e incentivi per il mantenimento e la crescita;
- fondo anticrisi senza il segno meno;
- impiego di strumenti di formazione e orientamento lavoro per lavoratori (AFOL) e imprese (Milano Metropoli);
- interventi di sostegno ai lavoratori in crisi sul piano di accesso ai servizi (sgravi su costi scuola, casa, tariffe comunali);
- interventi per sgravare burocrazia per piccole e medie imprese;
- capacità di fare rete orizzontale (politiche congiunte con amministrazioni comunali territorialmente vicine) e verticale (pressioni e proposte verso Provincia e Regione);
- verso sistema bancario, ciò che è utile per accesso al credito per l'impresa e congelamento vero del debito per il lavoratore in crisi.
Può essere che dimentichi anche qualcosa, ma credo che le scelte più importanti e urgenti ci siano tutte, anche se in sintesi. E' comunque un cantiere aperto dentro il quale possiamo tutti dare il nostro contributo di intelligenza politica e solidarietà civile, perché ci si senta tutti parte di una storia collettiva che si chiama comunità di Paderno Dugnano.
1 commento:
Sante parole, ma intanto sulla vicenda Lares l'amministrazione comunale invece di affiancare i lavoratori e prepararsi a dare indicazioni concrete (per esempio riguardo alla scelta dell'area per l'impianto della nuova Lares) sceglie di stare a guardare mentre i lavoratori bussano alle porte di tutte le istituzioni alla ricerca di una soluzione.
O.C.
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