mercoledì 13 gennaio 2010

Rosarno, Paderno: il ghetto è diffuso... nella nostra testa

Gli avvenimenti tragici della Calabria rappresentano un monito per tutti. Il governo di destra “abbaia”, agita le paure e non risolve i problemi, anzi contribuisce ad aggravarli. Invitiamo la cittadinanza e le forze politiche e sociali del territorio ad aderire, partecipando anche con propri banchetti e materiali informativi, all'iniziativa contro il razzismo promossa dal PD di Cusano per la democrazia, per la sicurezza, per la giustizia
Venerdì 15 gennaio 2010 - alle ore 18, in Via Matteotti/Piazza Allende
Intanto, mentre ci pensate, se ci pensate, leggetevi questa poesia di Adriano Sofri.

Rosarno: nei ghetti d’Italia questo non è un uomo
Di nuovo, considerate di nuovo - se questo è un uomo.
Come un rospo a gennaio, che si avvia quando è buio e nebbia e torna quando è nebbia e buio. Che stramazza a un ciglio di strada, odora di kiwi e arance di Natale, conosce tre lingue e non ne parla nessuna. Che contende ai topi la sua cena. Che ha due ciabatte di scorta, una domanda d´asilo, una laurea in ingegneria, una fotografia.

E le nasconde sotto i cartoni, e dorme sui cartoni della Rognetta, sotto un tetto d´amianto, o senza tetto. Fa il fuoco con la monnezza, che se ne sta al posto suo, in nessun posto, e se ne sbuca, dopo il tiro a segno.

“Ha sbagliato!”. Certo che ha sbagliato, l´Uomo Nero, della miseria nera, del lavoro nero, e da Milano, per l´elemosina di un´attenuante scrivono grande: NEGRO.
Scartato da un caporale, sputato da un povero cristo locale, picchiato dai suoi padroni, braccato dai loro cani, che invidia i vostri cani, che invidia la galera (un buon posto per impiccarsi)
Che piscia coi cani, che azzanna i cani senza padrone, che vive tra un No e un No, tra un Comune commissariato per mafia e un Centro di Ultima Accoglienza
E quando muore, una colletta dei suoi fratelli a un euro all´ora lo rimanda oltre il mare, oltre il deserto. Alla sua terra - “A quel paese!”
Meditate che questo è stato, che questo è ora, che Stato è questo. Rileggete i vostri saggetti sul Problema. Voi che adottate a distanza di sicurezza, in Congo, in Guatemala, e scrivete al calduccio, né di qua né di là, né bontà, roba da Caritas, né brutalità, roba da affari interni, tiepidi, come una berretta da notte.
E distogliete gli occhi da questa che non è una donna. Da questo che non è un uomo. Che non ha una donna. E i figli, se ha figli, sono distanti. E pregate di nuovo che i vostri nati non torcano il viso da voi.

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