lunedì 18 gennaio 2010

Caro mense? La colpa è della sinistra che non le ha mai aumentate

I padernesi continuano a protestare contro l'aumento delle mense scolastiche e soprattutto per l'eliminazione di una fascia intermedia della tariffa che costringe la maggioranza degli utenti a pagare quella più elevata. L'ultima lettera di protesta inviata a Sindaco e capigruppo dei partiti in Consiglio Comunale è firmata dal signor Pietro Occhiuto, pubblicata oggi dal blog la Scommessa di cui riproduciamo di seguito qualche stralcio.
Dopo aver sottolineato l'incoerenza e la differenza tra quanto promesso e strombazzato da Alparone in campagna elettorale e le decisioni attuate una volta al potere, egli dichiara: "Dietro le scelte Sue e della Sua maggioranza non mi è difficile intravvedere anche un chiaro indirizzo politico che va a penalizzare la scuola pubblica e le famiglie che hanno fatto questa scelta, non si spiegherebbe altrimenti la decisione di ridurre le fasce di reddito da 4 a 3, eliminando quella superiore ai 16mila € di reddito ISEE che comporta il passaggio di tutti quelli con reddito superiore a 12mila € nella fascia massima". E ancora sottolinea: "Cos’altro ci si deve aspettare per il prossimo futuro? Aumento di altre tariffe e della tassazione locale? So perfettamente che il sistema delle Autonomie Locali è fortemente penalizzato dalle politiche di continui tagli di risorse applicate dal Governo centrale, scelte scellerate che contrastano con il tanto decantato federalismo fiscale perché si decide a Roma cosa e come devono spendere i Comuni; ma perché, chiedo, invece di far ricadere la responsabilità sui cittadini non si adopera con il Governo (con il quale dovrebbe avere ampia sintonia) per cambiare le norme sulla finanza locale? Forse è più semplice chiedere ai propri cittadini che non a Berlusconi e Tremonti".

Sante parole che la maggior parte di noi sottoscrive, alle quali il sindaco risponde facendo intervenire la "gravemente insufficiente" Ruzzon al megafonino di regime, Paderno7. La quale non si fa pregare e ripete come un disco rotto che la colpa è delle amministrazioni precedenti di centro sinistra che si sono rese responsabili, udite udite, di "non avere aumentato per 10 anni le tariffe della mensa" mantenendole tra le più basse del nord Milano, e scialacquando così "centinaia di migliaia di euro che si sarebbero potuti erogare per fornire altri servizi". Quali servizi Ruzzon non dice, ma siamo sicuri conoscendola che pensa in primis a quelli cemeteriali, suo prediletto cavallo di battaglia.
Che criminali i sindaci Casati e Massetti, hanno speso tutti quei soldi per la mensa ed il riscaldamento dei bambini. Han fatto bene i padernesi a mandarli a casa. Così imparano quei comunistacci.

22 commenti:

Unknown ha detto...

Arcari lei è ridicolo, prima chiede spiegazioni, e ogni volta che arrivano poi le critica pesantemente senza alcun senso come se non le leggesse neanche e cogliesse la palla al balzo per fare polemica su qualsiasi provvedimento..

PADERNO DUGNANO
EURO 4,36
COLOGNO MONZESE
EURO 4,50
CINISELLO BALSAMO
EURO 4,44
CUSANO MILANINO
EURO 4,45
SENAGO
EURO 4,52
DESIO
EURO 4,40
BOLLATE
EURO 5,00

questi sono i costi paragonati agli altri comuni, e lei non li menziona nemmeno.
Come già detto non è stata una scelta voluta ma dovuta, non si poteva fare altro

Anonimo ha detto...

Vedremo quali servizi aggiuntivi o quali migliorie potranno essere apportati ora che i buoni pasto sono aumentati.
Il fatto che anche gli altri comuni siano allineati con le nuove tariffe non mi consola affatto, io faccio i conti con quanto questo mi costa al mese e all'anno visto che lo stipendio non aumenta anzi.
Ketty

carlo arcari ha detto...

Valerio, preferisco far ridere che far piangere. Su questo siamo e saremo sempre diversi, anzi antagonisti. Il senso nelle mie critiche pesanti c'è e chi lo vuol vedere lo vede bene. Alla lista dei Comuni che praticano tariffe più alte di quelle imposte dalla giunta Alparone ai padernesi, potrei contrapporre un'altra lista di Comuni del territorio che hanno tariffe più basse. La scelta della tua giunta sulle tariffe è una scelta non "dovuta", ma frutto di una "politica" di cui i cittadini cominciano ad accorgersi. I padernesi fanno confronti e quando verrà il momento decideranno con il voto se bocciarvi o meno. Il mio compito non è di far polemiche inutili come pensi tu, ma è quello di ricordare loro e sottolineare bene tutte le vostre decisioni antipopolari e ingiuste. La politica si fa così. Chi governa sceglie, chi è all'opposizione denuncia, chi giudica vota.

Anonimo ha detto...

manca solo il simbolo del pd di fianco alla scritta padernoforum e siamo apposto...
se esiste questa lista di comuni con le tariffe piu basse a prità di fascie di reddito la pubblichi.
ripeto che 16 000 di reddito ISEE non sono pochi perchè è un valore che tiene in considerazione anche i componenti del nucleo familiare.

Anonimo ha detto...

E' TUTTA UNA QUESTIONE DI ...PROSPETTIVE. Dipende dal punto di vista da cui la stessa cosa viene guardata:
DAL PUNTO DI VISTA DEL PROGRAMMA ELETTORALE DEL CENTRO SINISTRA ESSERE IL COMUNE CON LA TARIFFA PIU' BASSA RISPETTO AI COMUNI LIMITROFI ERA UN VANTO, UN PUNTO DI FORZA DI UN'AMMINISTRAZIONE ATTENTA A NON GRAVARE ECCESSIVAMENTE SULLE FAMIGLIE. UN'AMMINISTRAZIONE CHE- NONOSTANTE UNA TARIFFA MENSA COSI' BASSA...HA MANTENUTO PERSINO IL PATTO DI STABILITA'...
altro punto di osservazione..
PER L'AMMINISTRAZIONE DI CENTROLEGADESTRA AVERE ED AVER MANTENUTO UNA TARIFFA PIU' BASSA DI ALTRI COMUNI ERA EVIDENTEMENTE UNA COLPA, UNO SCANDALO, UN ABISSO CHE ANDAVA IMMEDIATAMENTE COLMATO...
Mi dispiace molto signor Valerio...non posso credere che non si potesse fare altro.
Un'amministrazione che sostiene di avere un'idea politica che mette la famiglia al centro di tutto poteva continuare -soprattutto in questo periodo di grave crisi per le famiglie - a mantenere quelle tariffe ed, anzi vantarsi per averlo fatto!
Anche le famiglie che non hanno votato per questa coalizione lo avrebbero sicuramente aprezzato.
Carola

carlo arcari ha detto...

Se esiste una lista di Comuni con tariffe inferiori? Certo che esiste: Cormano, min. 1 - max 4 euro, Varedo min. 0,97 - max 4,19, Muggiò max 4,28, Cesano M. max. 4,07. Se vuoi vado avanti. Io sarò ridicolo, ma voi poco furbi e anche arroganti.

Anonimo ha detto...

....poco furbi ci puo' anche stare, ma Arcari...arroganti prprio no! l'oscar all'arroganza lo ha meritato lei!

Giovanni

Anonimo ha detto...

appunto la lista che ha fatto Arcari dimostra che le tariffe sono tutte allineate sui 4 euro come si è portata a paderno dugnano o lei considera inferiore anche 5 cent.
Peccato che lei si è dimenticato di dire che a Paderno le famiglie disagiate sono escluse dal pagamento del buono mensa.
Non capisco perchè chi accompagnava i figli a scula con auto da 50 000 euro e più dovesse e lo fa ancora in misura molto minore gravare sulle tasche dei cittadini anche quelli senza figgli.
Speriamo che l'anno prossimo si inserisca una fascia di reddito Isee in più per i redditi ancora superiori e che questi paghino l'intero costo del servizio.

Anonimo ha detto...

è una polemica strumentale,come sempre,cmq domani sera vi è la commissione servizi aperta in aula consigliare, è strano però come tanti genitori si lamentino dell'aumento della tariffe quando non rinunciano a cellulari,macchinoni, sigarette etc.
è ora di piantarla con il tutto gratis a tutti, vedi anche la questione carcatrà.

carlo arcari ha detto...

E dai, siete proprio duri d'orecchio. Chi se ne frega di quello che pagano gli altri, ai Pedernesi importa giustamente solo quello che oggi loro pagano in più. Su questo e non sull'utile dell'Ages misurano l'efficienza e la validità dell'amministrazione. Ma se volete continuare così, fate pure...Ci divertiremo.

Ernesto ha detto...

Le mani nel piatto.
Di solito si guardano le cose migliori che fanno gli altri per poi poterle proporre anche a casa propria, spesso invece si fa il contrario per giustificare scelte impopolari e sbagliate: si guarda all’Europa per l’età pensionabile ma non per gli stipendi e i servizi. A Paderno Dugnano si scelgono alcuni comuni per giustificare l’aumento delle tariffe omettendo però l’insieme di quello che avviene nel nostro circondario.
Leggo con stupore la risposta che l’Assessore Ruzzon dà ai genitori che protestano per l’aumento delle tariffe su un blog locale, stupore per il tono oltre che per i contenuti: stupore poiché da l’impressione di uno che sa le cose e ha le idee chiare, infatti, afferma che è da dieci anni che non si toccano le tariffe delle mense. Vero! E’ stata una scelta fatta dalla precedente Amministrazione in modo consapevole proprio per non gravare ulteriormente sul bilancio delle famiglie così falcidiato negli ultimi anni dalla crisi. Il Diritto allo Studio si difende anche in questo modo! Mi sono chiesto, vista la sua determinazione nell’argomentare l’aumento, perché non lo ha mai sostenuto nei precedenti Consigli Comunali? Magari proponendo emendamenti al Bilancio? Guardando i verbali degli ultimi anni mi accorgo che in occasione dell’approvazione dell’ultimo Bilancio di previsione della precedente Giunta, non solo non c’erano emendamenti ma, il futuro Assessore era anche assente (come in moltissime altre occasioni).
Ho ritrovato invece una dichiarazione dell’allora capogruppo di Forza Italia che diceva testualmente: ”.le tariffe a domanda individuale si pagano in funzione del reddito”, e infine parlando di risorse” Non si può chiedere niente ai cittadini perché fanno fatica ad arrivare a fine mese okay!”. Ora ci dovrebbero spiegare perché hanno fatto scelte completamente diverse, non solo ma, gli aumenti maggiori sono accollati a chi guadagna di meno: chi era in terza fascia avrà un aumento di 33€ al mese e chi era in quella massima di 22€ che, moltiplicati per i mesi di scuola sono un bel carico per le famiglie. “L’amaro compito”, come dice l’Assessore, non è certo spettato alla Giunta ma ai genitori che certamente non si vedono portar via i soldi dalle tasche ma si vedono in ogni caso mettere “le mani nel piatto”.
Ernesto Cairoli

Anonimo ha detto...

Arcari parli di tariffe, di furbizia e di arroganza, non credi di rispecchiarti in queste affermazioni. Nell'esprimere la tua opinione dimentichi che i tuoi amici compagni per far fronte a queste spese, aumentavano l'addizionale IRPEF, costo a carico di tutti i cittadini compreso pensionati e rediti minori. Questo modo di gestire tu non hai mai sollevato una critica.
Aiutiamo i veri bisognosi non tutti indiscriminatamente.
continua così compagno Arcari

Elia

carlo arcari ha detto...

Caro Elia, questo è il trend dell'aumento dell'addiz. Irpef a Paderno Dugnano negli ultimi 4 anni.
Anno 2007 0,4%
Anno 2008 0,4%
Anno 2009 0,4%
Anno 2010 0,4%
Come vedi da 4 anni resta invariato. Cosa farà la destra, l'aumenterà nel 2011?. Ciao

Anonimo ha detto...

Arcari, cerca di non offendere l'inteligenza dei Padernesi, le percentuali da te indicate sono corrette, peccato che ti sei dimenticato di informarci che a gennaio 2006 per il bilancio 2007 l'addiz. IRPEF è passata da 0,2% al 0,4% e il regolamento è stato modificato in data 05/02/2007.

solo per essere precisi nel confrontare i numeri

Elia

Anonimo ha detto...

preciso era gennaio 2007

carlo arcari ha detto...

E tu ti sei dimenticato di dire che l'aliquota era rimasta ferma allo 0,2% per 6 anni, dal 2001 fino al 2006. La scelta di aumentarla era stata obbligata dalla fortissima riduzione dei trasferimenti statali ai Comuni che per Paderno erano passati da 2.2 milioni del 2004 a 683mila euro del 2006. Le tariffe dei servizi erano però rimaste invariate. E'stata una scelta politica. Io la trovo più corretta.

Anonimo ha detto...

Arcari stai spudoratamente dicendo che le scelte politiche della sinistra sono sicuramente giustificabili, mentre quella della destra no? Finalmente esci alla luce del sole, e questo rende sempre meno credibile il tuo giudizio "obbiettivo" ....complimenti


Giovanni

carlo arcari ha detto...

Giovanni, io la penso proprio così. I giudizi "obiettivi" quando si tratta di scelte che rispondono a un indirizzo politico non esistono. Come ho già detto, sulle scelte della giunta Alparone gli elettori decideranno. Hanno votato Berlusconi perché aveva promesso di eliminare l'ICI, adesso fanno i conti con il caro mense e domani con qualche altra tariffa. E' inevitabile, impareranno a scegliere meglio.

ernesto ha detto...

Visto che dalle tariffe si è passati all'ICI una piccola precisazione: l'ICI sulla prima casa l'aveva eliminata il governo Prodi, stabilendo un tetto in modo da escludere quelle di "lusso".Una simile scelta trovava una risposta equilibrata senza gravare sui comuni visto che le mancate entrate erano state coperte. Il Governo Berlusconi la eliminò per tutti con il risultato che abbiamo sotto gli occhi. A giustificazione dell'errore lo stesso Bossi ha più volte parlato di trovare forme di tassazione locali sulla casa. Personalmente ritengo si debbano tassare le rendite chhe oggi godono di ampi privilegi.
Ernesto

Anonimo ha detto...

Ernesto le case di lusso erano il 70% escluse dal taglio dell'ICI???
Ma piantiamola visto che tutt'ora le case di lusso devono pagare l'ici e più precisamente quelle in categoria A1 A8 e A9 devono ancora pagare l'ici..
BASTA BUGIE
E' vero il governo prodi aveva tagliato l'ici per il 30% o forse meno delle abitazioni, io ad esempio che vivo in un normale appartamento lo pagavo ancora o ora non piu'.

ernesto ha detto...

Caro anonimo, ripeto che sono contrario ad una tassa come l'ICI, però per correttezza, visto che parli di bugie, di seguito un estratto dalla stampa nazionale:
Il Governo Prodi con la Finanziaria 2008, aveva incrementato le detrazioni sull’abitazione principale, diminuendo quindi l’ICI per tutti i proprietari di abitazioni principali, ed esentando di conseguenza circa il 40% delle abitazioni (2008-05-22 Il Sole24Ore.doc), quelle più modeste, che pagavano fino a circa 100 euro di ICI all’anno. L’entrata in vigore di questa riduzione era prevista per giugno 2008 ma è stata sostituita dall’abolizione totale, voluta dal Governo Berlusconi.

Il Governo Prodi con la Finanziaria 2008, aveva incrementato le detrazioni sull’abitazione principale, diminuendo quindi l’ICI per tutti i proprietari di abitazioni principali, ed esentando di conseguenza circa il 40% delle abitazioni (2008-05-22 Il Sole24Ore.doc), quelle più modeste, che pagavano fino a circa 100 euro di ICI all’anno. L’entrata in vigore di questa riduzione era prevista per giugno 2008 ma è stata sostituita dall’abolizione totale, voluta dal Governo Berlusconi.

In altre parole, 7 milioni di famiglie che vivono nelle case più modeste (tendenzialmente famiglie a reddito medio-basso) erano state esentate attraverso la detrazione introdotta dal governo Prodi con la legge Finanziaria 2008, mentre i restanti 10 milioni di famiglie avrebbero comunque pagato meno usufruendo di maggiori detrazioni (costo della manovra Prodi: circa 800 milioni di euro, 2008-05-17 Il Sole24Ore.doc). L’abolizione dell’ICI voluta dal governo Berlusconi ha quindi azzerato l’ICI per i restanti 10 milioni di famiglie, tendenzialmente famiglie a reddito medio-alto (costo della manovra Berlusconi comprensiva degli 800 milioni di euro stanziati dal governo Prodi: circa 2,5-2,6 miliardi di euro, successivamente corretta a circa 3,5-3,7 miliardi di euro dai tecnici del Servizio Bilancio del Senato, 2008-07-03 Il Sole24Ore.doc).

In seguito a tale manovra, le famiglie che continueranno a pagare l’ICI sulla prima casa sono circa 42.400 suddivise in 40.000 abitazioni signorili (A/1) o ville (A/8) e 2400 Castelli o Palazzi (A/9). In sostanza, le prime case di lusso sono solo lo 0,23% del totale (2009-01-13 Il Giornale.doc)

E’ possibile che in tutta Italia, su 31 milioni di case, solo 40.000 siano ville o abitazioni signorili adibite ad abitazione principale?

Perché prima di procedere ad un intervento sull’ICI non si è aggiornato il catasto?

L’unico tentativo in questa direzione era stato fatto dal Governo Prodi con un decreto per attribuire il catasto ai Comuni, provvedimento che sarebbe servito come base per l'aggiornamento degli estimi per adeguarli al valore attuale. Il decreto è stato bocciato dal TAR del Lazio, su ricorso della Confedilizia (2008-05-16 La Repubblica.doc, 2008-05-17 Il Sole24Ore.doc).
Ernesto

ernesto ha detto...

segue ICI
ICI Abitazione Principale
Chi ci guadagna:

I Redditi medio-Alti. Con l’abolizione dell’ICI il governo Berlusconi ha destinato la quota più consistente dello sgravio (circa 3 miliardi di euro) alle famiglie con reddito medio-alto.

L’Evasione Patrimoniale. Non è stata prevista una revisione degli estimi catastali con la conseguenza che solo 40.000 abitazioni su 31 milioni risultano essere abitazioni principali di lusso, ovvero ville o abitazioni signorili. Il criterio per determinare le abitazioni signorili (A/1) risale a oltre 70 anni fa e si basa sulla loro dimensione: per esempio a Milano devono essere di almeno 350 mq, a Roma almeno 220 mq, a Torino almeno 200 mq (2008-05-26 Il Sole24Ore.doc). Un’assurdità.

Chi ci perde:

I Comuni ed i cittadini. Il mancato gettito ICI per i comuni determinerà inevitabilmente a partire dal 2009 un graduale peggioramento dei servizi locali forniti dai comuni stessi (trasporti, illuminazione strade, manutenzioni, cura luoghi pubblici, servizi sociali, ecc…), con una ricaduta su tutti i cittadini soprattutto su quelli più in difficoltà, cioè gli affittuari e i proprietari di case con bassa rendita catastale che tra l’altro non hanno usufruito dell’abolizione dell’ICI stessa. Una stima di quanto perderanno i principali comuni ogni anno è riportata nella seguente Tabella ICI Perdita dei comuni.jpg (2008-05-16 La Repubblica.doc).

Il Federalismo Fiscale. E’ stata abolita l’unica tassa locale ovvero l’unica tassa attraverso cui i contribuenti potevano verificare se nel proprio Comune il sindaco aveva speso bene o male i soldi che gli erano stati affidati. Il federalismo fiscale si basa sulla redistribuzione locale dei tributi e abolire l’unica tassa con tali caratteristiche è palesemente in contraddizione con i continui annunci di chi Governa e ci racconta da anni che si batte per introdurre in Italia tale federalismo. A parole. Nei fatti stiamo andando verso una maggiore centralizzazione delle tasse (tutto a Roma e poi redistribuzione secondo criteri da definire). Sembra una presa in giro e lo sarà fino a quando non ci sveglieremo da questo torpore.

Ernesto (pensionato)