venerdì 13 novembre 2009

Il Villaggio non è contro gli immigrati, è contro l'abbandono

La discussione sul Villaggio Ambrosiano, vissuto da molti dei suoi abitanti come un "ghetto" insopportabile, ha prodotto oltre alla solita dose di ruvidezze verbali che il mio stile di relazione provoca, anche un interessante commento che vi propongo perché spiega molto bene la vera ragione che sta dietro certe contrapposizioni mal poste e certe decisioni fuori bersaglio.
Marco, in risposta a un mio post in cui sostengo che il Villaggio Ambrosiano in realtà non è un luogo invivibile a causa della criminalità o della massiccia presenza di immigrati, espone in sintesi questa tesi: il Villaggio non è il Bronx, ma vi si respira un'aria di abbandono, di assenza di controllo, di regole e di legalità, di lontananza dalla civitas e dalle sue garanzie di convivenza tali da provocare, anche in persone che non hanno ragione di sentirsi personalmente minacciate, una sensazione di crescente insicurezza. Come capita a chi nuota da solo in alto mare, dove da quel blu profondo e vuoto potrebbe salire all'improvviso un mostro marino ad inghiottirti.
Ecco, la sua osservazione sull'abbandono di un quartiere i cui cittadini si sentono alla deriva, mi sembra più credibile razionale e meritevole di analisi e di messa al centro della discussione, sia del Quartiere che dell'intera città. Perché se questo è il problema vero allora gli immigrati da integrare non c'entrano o c'entrano solo in piccola parte. Il quartiere va più presidiato dalla città, dai suoi servizi e dalla sua società civile, non abbandonato mandando via la Rosalba e il suo servizio volontario agli immigrati. Un centro servizi comunale aperto con la presenza permanente del vigile di quartiere darebbe più sicurezza ai cittadini e garantirebbe più controllo di legalità al territorio. Più servizi, non meno servizi. Grazie Marco.


Non ho parlato di Bronx , e nemmeno voglio paragonare il villaggio ad altri posti , ho trascorso anche io parte della mia vita tra Quarto Oggiaro e Bovisa e non sono così sciocco da paragonarli, ma con ciò non si può neache non vedere che questa frazione sta vivendo una situazione particolare.
Se no non si spiegherebbe come mai in alcuni palazzi l'80 % della gente a deciso di cambiare abitazione. Delle multe ho parlato ironicamente per descrivere una situazione banale, ma che di sicuro fa capire che non vi è presenza delle forze dell'ordine. In centro non puoi lasciare la macchina due minuti che becchi la multa , qui ci sono auto parcheggiate da anni senza nulla.
La sensazione è che il Villaggio sia diventato un luogo dove tutto tace, dove i vigili girano alla larga, dove i cittadini per paura non parlano e dove i diritti non sono quelli della comune convivenza.
Sono cosciente del fatto che non vi siano delle situazioni di imminente emergenza o di violenza ma le assicuro che non per questo si sta tranquilli. Sottolineo che il problema non sono gli extracomunitari ma la mancanza di un controllo sul territorio, perchè il problema non stà nella cittadinanza ma in chi non osserva le leggi e i diritti altrui, italiani o stranieri. Sono però certo che il Villaggio per alcune di queste persone sia un'oasi felice dove nessuno rompe le scatole e si fa quello che si vuole, e da questo il passa parola ha portato a questo arrivo in massa. I cittadini del villagio non hanno paura di un parco Gadames malconcio (una panchina rotta non ha fatto male a nessuno), ma la paura è dettata dalla gente che frequenta il parco, specialmente nelle ore buie, e visto che è inverno già alle 17.30. Pensare ciò che fa quella gente non non è difficile visto che anche lei ha vissuto in certi posti.
La gente fuori dai luoghi di ritrovo, più o meno ubriaca, quindi non del tutto lucida e capace di generare una rissa per futili motivi. Persone che nel proprio condominio è rimasta una delle poche famiglie italiane, costretta a convivere nel via vai di persone estranee, e con vicini che non rispettano nemmeno le basilari norme di igiene. In 40 mq non si può vivere in otto, dormendo su materassi a terra.
Potrei elencare altre cento situazioni, che di sicuro non sono quelle del Bronx , qui non si spara , non si violenta, non si ruba, ma comunque le persone non sono tranquille perchè non si sentono protette da chi dovrebbe. Non penso che lei era contento quando abitava in Bovisa o Cinisello, o meglio ancora quando gli hanno rubato la macchina e gli hanno sparato, quindi non descriva ciò come se alcune situazioni sia normali.
Il fatto che non siamo gli unici o che ci sia di peggio non giustifica l'accettazione di tale situazione.
Sono sicurissimo che un puntiglioso come lei nelle regole .... al Villaggio non ci vivrebbe mai.
Marco

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