Cinquemila bandiere per il lavoro, il salario e la dignità. Stamattina davanti alle chiese della città decine di banchetti organizzati dagli operai della Lares e della Metalli Preziosi hanno distribuito ai cittadini padernesi una bandiera che ricordava a tutti l’articolo 1 della nostra Costituzione: L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
La bandiera è stata così regalata a centinaia di padernesi che l’anno portata a casa e l’hanno esposta alle loro finestre e appesa alle ringhiere e ai balconi in segno di solidarietà. Un vessillo che, come scherza (ma non troppo) Giuranna su La Scommessa, ricorda nei colori quello del Vaticano, bianco e giallo oro, distribuita sui sagrati delle chiese, unico luogo fisico rimasto in cui si riunisce il popolo. Una volta sarebbero state bandiere rosse e tricolori, i colori del lavoro e della lotta del riscatto operaio, ho pensato, e probabilmente non sono stato il solo a fare questa riflessione.
Sul sagrato della Chiesa di Santa Maria Nascente i banchetti operai erano due e il clima era festoso, anche perché in chiesa si stava celebrando un matrimonio. Due invitate vestite da cerimonia si sono messe in posa davanti al mio obiettivo con la bandiera del lavoro mentre aspettavano l’uscita degli sposi. “Come sta andando”? ho chiesto a una signora che distribuiva il drappo a quelli che uscivano da messa. “Così, così – ha risposto – i più anziani e maturi che sanno cosa vuol dire si fermano ad ascoltare e si interessano alla nostra situazione. I giovani neanche ci guardano. Non sanno che da nove mesi non prendiamo lo stipendio e di cassa integrazione abbiamo preso solo due mesi in attesa che si chiarisca la nostra posizione dopo il fallimento Proprio non capiscono”.
Tornando a casa ho visto le bandiere bianche e gialle alle finestre. Io ne ho appeso due ai miei balconi. E’ solo un piccolo segno. Che cosa produrrà? “Non c’è speranza che le fabbriche riaprano e che si faccia avanti qualche imprenditore – dice un operaio al banchetto della Metalli Preziosi – Il terreno su cui sorge la fabbrica non è dell’azienda, ma delle banche e una parte l’hanno già venduta per bonificare l’area ed è in mano a un’immobiliare. Il nostro obiettivo è ottenere alla svelta almeno la cassa integrazione”.
La bandiera è stata così regalata a centinaia di padernesi che l’anno portata a casa e l’hanno esposta alle loro finestre e appesa alle ringhiere e ai balconi in segno di solidarietà. Un vessillo che, come scherza (ma non troppo) Giuranna su La Scommessa, ricorda nei colori quello del Vaticano, bianco e giallo oro, distribuita sui sagrati delle chiese, unico luogo fisico rimasto in cui si riunisce il popolo. Una volta sarebbero state bandiere rosse e tricolori, i colori del lavoro e della lotta del riscatto operaio, ho pensato, e probabilmente non sono stato il solo a fare questa riflessione.
Sul sagrato della Chiesa di Santa Maria Nascente i banchetti operai erano due e il clima era festoso, anche perché in chiesa si stava celebrando un matrimonio. Due invitate vestite da cerimonia si sono messe in posa davanti al mio obiettivo con la bandiera del lavoro mentre aspettavano l’uscita degli sposi. “Come sta andando”? ho chiesto a una signora che distribuiva il drappo a quelli che uscivano da messa. “Così, così – ha risposto – i più anziani e maturi che sanno cosa vuol dire si fermano ad ascoltare e si interessano alla nostra situazione. I giovani neanche ci guardano. Non sanno che da nove mesi non prendiamo lo stipendio e di cassa integrazione abbiamo preso solo due mesi in attesa che si chiarisca la nostra posizione dopo il fallimento Proprio non capiscono”.
Tornando a casa ho visto le bandiere bianche e gialle alle finestre. Io ne ho appeso due ai miei balconi. E’ solo un piccolo segno. Che cosa produrrà? “Non c’è speranza che le fabbriche riaprano e che si faccia avanti qualche imprenditore – dice un operaio al banchetto della Metalli Preziosi – Il terreno su cui sorge la fabbrica non è dell’azienda, ma delle banche e una parte l’hanno già venduta per bonificare l’area ed è in mano a un’immobiliare. Il nostro obiettivo è ottenere alla svelta almeno la cassa integrazione”.
1 commento:
questa mattina una sessantina di lavoratori (tra Lares e Metalli)hanno occupato il sito produttivo della Metalli Preziosi. Alcuni di essi sono saliti sul tetto del capannone.
EmilianoBaraggiole
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