L’annuncio in uscita il 22 settembre nelle pagine milanesi del quotidiano dice tra l’altro: “Chiedo aiuto per non finire protestato o peggio nelle mani degli strozzini. Chiedo aiuto per denunciare che molte persone per bene come me si trovano in questa situazione non per loro colpa o incapacità, ma perché niente e nessuno li protegge dai disonesti e sono abbandonate da tutti, dallo Stato e dalle banche”. L’imprenditore conclude il suo messaggio chiedendo aiuto in particolare “ai signori Moratti, Galliani, Berlusconi”.
Questa notizia pubblicata su La Repubblica ieri e ripresa da altri quotidiani, radio e televisioni in tutta Italia è la prova di quello che sostengo da tempo: siamo tutti nella stessa barca, siamo tutti ormai ridotti a salire sul tetto e gridare: "Aiuto, non ce la faccio più". Operai e professionisti, negozianti e ricercatori, insegnanti e artigiani, imprenditori e giornalisti sono tutti accomunati dalla stessa condizione precaria che strozza le loro vite e copre di una coltre nera il loro futuro. Il cortocircuito sociale per me è ormai vicinissimo e tra poco tutti quanti, anche i più disattenti, se ne accorgeranno. E' una questione di tempi, ma la bufera sta arrivando. Una sola cosa mi viene da dire parafrasando il generale Massimo ridotto a fare il gladiatore nel Colosseo: "qualunque cosa uscirà da quella porta se saremo uniti sopravviveremo" . Uniti si vince o almeno ci si difende.
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