mercoledì 1 luglio 2009

Viareggio, le vittime e il business

La tragedia di Viareggio ricorda a tutti noi la fragilità e la precarietà della nostra vita esposta quotidianamente a pericoli gravissimi determinati in gran parte dal modello economico, dalle sue priorità e dai suoi valori, con il quale abbiamo deciso di convivere.
Nelle nostre case 20 anni fa il gas di città prodotto nei gasometri è stato sostituito dal metano importato dalla Siberia e dal Nord Africa. Il gas metano ci "dava una mano" dicevano gli slogan dell'ENI. Peccato che il metano quando esce dal fornello per errore o per dolo esplode come una bomba, uccidendo persone e distruggendo interi edifici, come avviene ormai almeno una volta al mese in Italia senza che nessuno metta mai in relazione l'uso di questo pericolossissimo gas con i lutti e i danni che procura. Economicamente conviene che così avvenga e i cittadini rimbambiti dalla pubblicità televisiva non se ne accorgono, non percepiscono il rischio.
Il gas GPL è un altro gas pericolosissimo come Viareggio ci ha tragicamente insegnato, eppure la sua allegra diffusione come carburante nelle auto e nelle case continua, anzi aumenta. Ogni anno sono ben 2.400 i treni come quello esploso ieri notte che attraversano l'Italia, senza contare le migliaia di autocisterne che circolano sulle strade. Tutte in regola, tutte controllate e collaudate secondo le norme vigenti in Italia e in Europa.
Forse qualcuno dovrebbe fermarsi a riflettere su queste cose e magari capire che così non si può andare avanti. Un gas che vale su mercato 0,78 centesimi al metro cubo non può costarci così tanto in termini di vite umane e di danni sociali e ambientali. Bisogna scegliere tenendo conto che la vita è tutto quello che abbiamo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao.
Prendo spunto dalle considerazioni esposte dal sig. Carlo in questo articolo, per richiamare un'osservazione che ho sempre sottolineato parlando anche del progetto Rho-Monza. Quando dico che il nuovo sistema autostradale passerebbe a 10 metri dalle case dei Padernesi (in particolare in via San Michele, via Colzani, via Montessori, via Boves e scuola Curiel dall'altra parte della carreggiata, fino al centro anziani "Ein Karem"), subito viene in mente che cosa potrebbe accadere quando, prima o poi, un'autocisterna piena di sostanze esplosive si rovescerà, o verrà tamponata da altri camion, od il suo conducente si addormenterà al volante per i turni massacranti cui deve sottostare, su quei nastri d'autostrada che verranno costruiti dentro i nostri appartamenti. Provate a pensare un palazzo di otto piani investito da un inferno come quello di Viareggio, oppure la scuola o il centro pediatrico... Non sono ragioni sufficienti affinchè le autorità "competenti" rivedano da cima fondo tutti i loro progetti di trasformazione autostradale su Paderno? Conta di più la vita della gente o il costo di un interramento?