L’esperimento "casette del latte" sembra avviato al fallimento. Prese di mira ben sei volte in tre mesi da vandali e scassinatori le due casette installate a Palazzolo e Paderno sono ormai fuori servizio da tre settimane e la società che le gestisce, nell’impossibilità di difenderle, sembra orientata a chiudere l’esperimento. Se ciò avvenisse sarebbe però un brutto segnale per i cittadini padernesi che avrebbero la prova di essere in balia dei violenti. A questa conclusione sarebbe inevitabile giungere dal momento che chiudendo le casette, la volontà di una minoranza infima di malfattori verrebbe imposta a buon mercato alla maggioranza dei cittadini dal momento che nessuna delle autorità preposte all’ordine pubblico sembra voler intervenire a difesa della legalità.
Ma è così impossibile per una città difendere il suo patrimonio di arredo urbano e di servizi dai teppisti e dai criminali (perché scassinare un distributore di latte, distruggere una cabina telefonica, piegare i paletti che proteggono i passaggi pedonali, distruggere le panchine, è un crimine) impuniti? Sembra di sì dal momento che nessuno interviene per impedire ai delinquenti di fare quello che vogliono. Eppure a mio avviso basterebbe poco per rendere la vita difficile ai teppisti. Basterebbe piazzare delle telecamere nei punti da proteggere collegandole con la polizia locale che potrebbe così intervenire tempestivamente e arrestare i delinquenti. Basterebbe ad esempio riaprire una casetta e sorvegliarla, prendendo i vandali con le mani nel distributore di latte. Insomma, la sicurezza non va solo annunciata, va praticata dimostrando ai cittadini che il crimine, anche quando è micro, viene sempre punito. A me non sembra una cosa impossibile da fare.
Nessun commento:
Posta un commento