sabato 28 febbraio 2009

Graffiti: ma i giudici italiani dove vivono?

Ci sono reati commessi soprattutto dai giovani che oltre a procurare danni sono severamente giudicati dai cittadini perché sembrano fatti apposta per provocare e accentuare il degrado urbano delle nostre città. Uno di questi è l’imbrattamento di muri, strutture di arredo urbano, saracinesche di negozi, fiancate di treni, da parte dei cosiddetti writers, cioè i “graffitari” che si divertono a sporcare con i loro scarabocchi incomprensibili tutte le superfici esposte al pubblico. Un fenomeno di microcriminalità che purtroppo colpisce anche Paderno Dugnano come abbiamo visto recentemente con i danni provocati alla casa del latte di via 4 Novembre.
Le amministrazioni locali cercano di agire in modi diversi per reprimere il fenomeno provocato, si dice, da un disagio giovanile che appare alla gente comune ormai più mentale che sociale. Ma con scarsi risultati, che troppo spesso vengono vanificati dalle sentenze della magistratura quando le forze dell’ordine riescono a portare davanti a un giudice gli imbrattatori.
“Su 12 notizie di reato a carico di 22 giovani writers comunicati dalla Polizia Locale e dalla Polizia di Stato alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Milano, in un solo caso è seguito il rinvio a giudizio. In ben cinque episodi che hanno riguardato 9 imbrattatori, giudici e pm non hanno proceduto penalmente perché hanno giudicato il fatto irrilevante”. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Riccardo De Corato. Insomma la polizia li arresta e li denuncia, il giudice non li sanziona dimostrandosi ai nostri occhi un po’ troppo indulgente. E’ un comportamento quello dei giudici che appare irresponsabile ed accresce ogni volta il senso di insicurezza delle persone sottoposte ormai a un attacco concentrico di notizie allarmanti. Ma questo sembra essere un problema di cui la magistratura non si preoccupa. Sbagliando. Se i giudici continuano a non tenere conto della domanda di giustizia che la società esprime (la legge italiana come è noto viene interpretata dai giudici in modo più o meno restrittivo a loro insindacabile giudizio), tra un po’ sarà difficile continuare a difendere l’attuale sistema che la maggioranza dei cittadini non ritiene più adeguato. Che ne pensate? Ciao a tutti Carlo

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