sabato 24 gennaio 2009

Pizze, informazione e sicurezza

Il mistero della cassiera violentata in pizzeria a Paderno Dugnano resta irrisolto. Ho comprato il “Notiziario” seguendo il suggerimento di un lettore, ma dopo avere preso atto di un’ennesima versione dei fatti ne so quanto prima. Nemmeno questo giornale riporta indicazioni su qual è la pizzeria in cui è avvenuto il fatto, dove si trova e come si chiama l’aggressore arrestato. Non ci dice chi è il titolare della pizzeria e come mai aveva affidato il locale a un immigrato senza permesso di soggiorno.
Perché a me, e credo a tutti i cittadini padernesi, questo soprattutto interessa. Non voglio sapere se la donna aggredita, che pare se la sia cavata per sua fortuna con delle contusioni e molto spavento, era carina, se aveva i capelli lunghi, dei begli occhi e di che colore, se era insomma stata vittima della sua avvenenza, come invece gli articoli dei giornali che ho letto lasciano abbondantemente intendere. Vorrei leggere una cronaca che risponda una volta tanto alle elementari domande che stanno alla base del giornalismo: chi, cosa, dove, come, quando e perché.

Ma questo è evidentemente chiedere troppo. Incuriosito ho cercato di indagare in proprio. Seguendo l'unica traccia fornita dai giornali “una pizzeria del centro di Paderno”, mi sono recato in via Roma dove c’è l’unica pizzeria della frazione, la “Pizza Pazza”. Ho chiesto ai proprietari presenti i quali mi hanno risposto di non saperne nulla, hanno sì sentito qualcosa, ma non sanno dire dove sia accaduto il fatto. Allora ho provato a seguire la dritta di un edicolante che sembrava informato e mi ha indirizzato in via Madonna, nel centro di Dugnano, dove c’è l’unica pizzeria egizio-italiana della città. Ma anche i due ragazzi dietro al banco sono caduti dalle nuvole e mi hanno fatto notare che nel loro piccolo negozio non hanno il posto per la cassa e dunque nemmeno per la cassiera. Non mi sono dato per vinto e ho provato con un gruppo di Vigili Urbani che sostavano davanti alla Cariplo per la festa di San Sebastiano, patrono del corpo. Ma nemmeno loro ne sapevano niente, “Non abbiamo fatto noi l’intervento” hanno detto, e alla mia incredulità hanno tagliato corto affermando : “E’ giusto non fare il nome della pizzeria per rispettare la privacy del titolare che non è responsabile di quello che ha fatto il suo dipendente e se si sapesse della violenza avvenuta nel suo locale, verrebbe danneggiato”. Come se i cittadini non avessero il diritto di sapere che il luogo dove vanno a comprare la pizza le loro figlie, sorelle, mogli o fidanzate non è sicuro perché ci lavorano degli stupratori. Possibile che nessuno si renda conto che diffondere notizie di violenze carnali che avvengono a Paderno, ma dove e come non si sa bene, anzi non si deve sapere, ha come effetto solo quello di aumentare il senso di insicurezza dei cittadini e la loro sfiducia in chi dovrebbe garantire la civile convivenza? Anche perché di fronte a tanta inconsistenza e incertezza delle notizie la gente si chiede: se il fatto è veramente accaduto mi posso fidare delle pizzerie di Paderno Dugnano o mi conviene andare a comprare la pizza a Cormano? Ciao, Carlo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

So dove si trova la pizzeria, chi è il ragazzo arrestato. Ma fidatevi se saprete tutto ciò capirete che è solo una messa in scena al mio singolo e inutile parere.

Anonimo ha detto...

La soluzione? chieda in caserma dei carabinieri a Desio, da lì è uscita la notizia e le assicuro che loro non le diranno la pizzeria o se lo faranno le chiederanno di non riportarla pubblicamente...