sabato 31 gennaio 2009

Il tempo pieno non insegna a studiare

E’ già la seconda o la terza mamma che me lo dice: il tempo pieno fa studiare sempre meno i bambini. Dell'esistenza di questo problema mi sto convincendo anch’io. Il tempo pieno infatti è un’estensione del normale tempo scuola, cioè prevede oltre alle 4 ore canoniche altre due ore di lezione in classe al pomeriggio. Tempo che perciò non viene utilizzato dai bambini per fare i compiti e studiare sui libri, rafforzando con la lettura personale e in tempi diversi, le lezioni seguite al mattino.
In pratica i nostri bambini che frequentano la scuola pomeridiana possono studiare solo il sabato e la domenica, perché a casa dopo le 17 è impossibile richiedere loro attenzione e impegno. Leggono perciò sempre meno e di fatto non imparano a studiare da soli, ad acquisire ed elaborare personalmente il sapere che la scuola offre.
Fortunatamente non è il caso di chi come mia figlia, vivendo in una casa traboccante di libri e frequentando da anni la Biblioteca comunale, ha imparato il valore della lettura e non ha bisogno di venire stimolata ad apprendere in questo modo. Ma quanti altri bambini sono in questa condizione? A casa molti di loro non leggono o leggono pochissimo e se a scuola non possono studiare quando lo fanno?
Questa non educazione allo studio personale si rivela un handicap quando i ragazzi escono dalle scuole medie per andare alle superiori, dove invece è richiesta una quota crescente e obbligatoria di studio da fare a casa sui libri di testo. Forse su questo problema bisognerebbe riflettere. Ciao Isabella

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