Dopo i sommari delle proposte di Gianfranco Massetti e di Mauro Anelli, pubblico anche la mia per arricchire la riflessione prima del confronto di venerdì sera.
Il tema della partecipazione
è centrale nel dibattito sul nuovo
modello di relazione tra cittadini e istituzioni. La buona politica di cui la città ha bisogno e il successo della sua applicazione, dipenderanno direttamente
dall’ampia partecipazione che si saprà assicurare lungo tutto il percorso degli atti amministrativi, dall'elaborazione all'esecuzione.
Attraverso
la consultazione e la condivisione dei progetti, la futura amministrazione potrà confrontarsi con i cittadini, acquisire le informazioni necessarie per la
formulazione delle sue strategie, coinvolgerli nelle scelte e misurarne insieme la validità.
Io vedo la partecipazione come un
percorso di cambiamento, una strategia e un metodo in continua
evoluzione che procedendo innesca il processo di innovazione della
democrazia in senso partecipativo e inclusivo, verso un modello di società aperta che risponda meglio
alla complessità del nostro tempo. Complessità che riguarda allo stesso modo l'area metropolitana, la città, il quartiere.
La partecipazione si rivolge a
tutti i cittadini in quanto tali (inclusi gli stranieri residenti),
alle associazioni di categoria, di
volontariato, sociali, culturali, sportive, partendo dalla
fase di iniziativa a quella decisionale di un progetto amministrativo, attraverso fasi successive definite
e formalizzate ma al tempo stesso elastiche e aperte all’innovazione
in cui le strutture politico rappresentative e quelle tecnico
burocratiche delle istituzioni (Giunta, Consiglio comunale e Uffici
comunali) interagiscono continuamente con i cittadini attraverso
nuovi strumenti partecipativi che prendano il posto di quelli
cancellati o rimossi.
A livello di Quartiere, ad esempio, non è
possibile pensare di ricostruire Consigli i cui membri siano stati
candidati da forze politiche ed eletti dai cittadini, per far parte
di organismi che in quanto tali sono privi di ruolo e potere. Questo è quello che avveniva un tempo e l'esperienza ci ha
insegnato che il modello non funziona.
Non mi convince nemmeno l'idea di
ricostruire i Consigli chiamando a farne parte cittadini candidati da
altri soggetti diversi dai partiti (associazioni, comitati,
parrocchie, ecc.). Ad essere superato, a mio avviso è infatti il vecchio
concetto di
rappresentanza basata sulla delega di tipo elettivo.
Il modello che propongo si basa
su strumenti di democrazia diretta che non negano quelli della
rappresentanza, ma si affiancano ad essi, alla pari: l'Assemblea di
Quartiere, il Comitato di gestione della Sede di
Quartiere che eroga servizi di ascolto e informazione su base
volontaria, i portavoce del quartiere nominati di volta in volta dall'Assemblea.
L'Assemblea si riunisce periodicamente
a date fisse (ad es. ogni tre mesi) per discutere i problemi e le
proposte avanzate dai cittadini, ma può venire convocata per
necessità da 20 cittadini che ne fanno richiesta proponendo
un Ordine del Giorno. L'Assemblea riunita è sovrana, elegge ogni volta il
presidente, discute, propone soluzioni, vota. Le sue deliberazioni
vengono affidate a un portavoce nominato
dall'assemblea che porta le richieste all'Ordine del Giorno del
Consiglio Comunale.
Lo strumento di confronto
delle diverse assemblee di quartiere su tutti i temi di interesse che superano l'ambito locale (sanità, scuola, ambiente, casa,
infrastrutture, servizi, ecc.) è l'Assemblea dei Quartieri che si
riunisce prima delle gradi scelte amministrative quali la redazione
dei Bilanci e dei Piani territoriali. In questa sede l'Assemblea dei
Quartieri prende atto delle priorità e delle azioni proposte dalla
Giunta, le discute, le emenda, le respinge o le approva e la loro
decisione viene portata alla discussione del Consiglio Comunale.
Altri strumenti di partecipazione non
focalizzati sul territorio e le risorse dei singoli Quartieri, ma che
trattano temi che interessano tutta la città, sono le Consulte.
Organismi frutto dell'impegno e del bisogno di esprimere
cittadinanza manifestato della società civile, che hanno la funzione
di coordinare, mettere in rete, far collaborare e sostenere le
attività delle associazioni che attualmente si occupano di produrre
e diffondere cultura (67), volontariato sociale (18), pratica
sportiva (54), di categoria (6), nazionali (17).
Il loro ruolo diventa importante nella
fase di consultazione che precede la progettazione e
l'implementazione delle politiche culturali, sociali, per lo sport,
la difesa della salute, le politiche sociali, per l'ambiente, il
lavoro e lo sviluppo economico della città, soprattutto nei casi in
cui la collaborazione tra amministrazione e associazioni consente di
erogare servizi ai cittadini che il Comune in quanto tale e con le
sue sole risorse ha difficoltà a garantire.
Assemblee di Quartiere e Consulte
possono diventare così strumenti fondamentali per la crescita e la
valorizzazione del capitale sociale di tutta la città.
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