Ricevo da Gianni Rubagotti questo intervento su un tema che la nostra città ha lasciato finora ai margini della sua coscienza e che invece merita di venire discusso e tenuto presente alla pari degli altri: il carcere. Rubagotti lo definisce "l'ottavo quartiere di Paderno Dugnano" e ha ragione. Qui sotto una foto dalla mostra "Uno sguardo dentro" a cura di Roberto Fanelli ed Eleonora Bolognesi, esposte l'aprile scorso alla Biblioteca Tilane.
"venite, voi che siete i benedetti
dal Padre mio....Perché....ero in prigione e siete venuti a
trovarmi"
"Quando ti abbiamo visto malato o
in prigione e siamo venuti a trovarti?”
"In verità, vi dico, che tutte le
volte che avete fatto ciò a uno dei più piccoli di questi miei
fratelli, lo avete fatto a me!"
Vangelo di Matteo, 25, 31-40
Normalmente si pensa che Paderno abbia
7 quartieri. In realtà ce n'è un ottavo abbastanza
dimenticato, quello abitato dai nostri concittadini in carcere.
Devo dare atto al Sindaco Alparone di
aver visitato il carcere di Bollate appena eletto, ma non ricordo poi
provvedimenti relativi all'ottavo quartiere da parte della giunta a
parte l'inserimento quest'anno tra gli eventi di Supermilano nella
nostra città di una mostra fotografica sul carcere di Bollate.
Mi permetto allora di condividere con i
lettori del blog qualche domanda che mi faccio, forse così mi
aiuterete ad avere le risposte.
Quanti cittadini padernesi risiedono in
carcere?
Quanti di loro con pena definitiva e
quanti di loro in attesa di giudizio?
Dedichiamoci ai secondi, che per la Costituzione sono ancora innocenti e in gran parte, in ritardo, lo
saranno anche dopo la sentenza definitiva.
Quali sono i reati per le cui indagini
sono in carcere?
Chi è in attesa di giudizio in molti
casi lavorava: in quanti, per una detenzione che potrebbe
risultare ingiusta, hanno perso il lavoro?
In quanti hanno perso un lavoro
dipendente?
In quanti con la detenzione hanno visto
chiudersi un'attività da libero professionista? Che vedeva magari
una o più collaborazioni?
Data la loro età e istruzione che
speranze concrete se non di riprendere a lavorare nell'azienda in cui
erano prima della detenzione, di rimanere nel settore in cui
operavano trovandovi lavoro dopo l'assoluzione?
Queste persone hanno una famiglia
composta da persone che, nonostante la responsabilità penale sia
individuale, sopportano parte della pena.
In quanti casi il familiare detenuto
era l'unica fonte del reddito familiare?
Ci sono casi di famiglie di cittadini
detenuti in attesa di giudizio che sono scese sotto la soglia di
povertà in seguito della detenzione del loro familiare?
Dove sono reclusi i nostri concittadini
carcerati? Tutti nella vicina Bollate o anche altrove?
Ovunque siano come vengono raggiunti
dai loro cari?
I mezzi pubblici permettono da Paderno
di arrivare in tempi ragionevoli oppure chi non ha una macchina si
ritrova impossibilitato spesso a fare la visita periodica al suo
familiare detenuto?
Il comune di Paderno commissiona
qualche piccolo lavoro di modo che i detenuti possano eseguirlo in
carcere?
Aiuta chi offre opportunità di lavoro
consentendo ai detenuti di uscire con permessi di lavoro dal carcere?
Promuove in qualche modo l'utilizzo di
pene alternative magari da scontarsi eseguendo lavori di pubblica
utilità?
2 commenti:
Dopo aver letto il questionario mi chiedo:perchè così tanti innnocenti
in carcere,perchè così tante famiglie per bene private dal loro capofamiglia ingiustamente.
La questione è:
è ancora attuale la detenzione come forma di punizione-educativa per tutte le categorie di reato?
E' giusta e civile la detenzione in attesa di giudizio se non nei casi di flagranza di reato?
pierino favrin
La riflessione sull'abolizione del carcere c'è da tempo ed effettivamente per molti reati potrebbe valere il principio laico e anglosassone del restituire alla società invece della detenzione come punizione.
Ricorderò sempre quando alcuni carcerati sono stati mandati a fare volontariato in una zona sommersa dal fango durante una inondazione.
Se ricordo bene fu la gente del luogo a chiedere che alcuni di loro rimanessero.
Ed essere percepiti come persona e non come delinquente è un ottimo punto di partenza per evitare di ritornare a delinquere
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