lunedì 23 gennaio 2012

Antimafia: la destra non vuole Libera, in Regione e a Paderno

La destra esprime nei confronti dell'impegno antimafia una politica poco trasparente. 
A Paderno Dugnano questa ambiguità è messa in evidenza dai comportamenti del sindaco e della giunta di destra, come Giovanni Giuranna sul suo blog, "La Scommessa", denuncia in modo martellante da tempo, senza riceve nessuna risposta. Sappiamo solo che questa continua domanda di impegno mette in difficoltà Alparone (che se ne lamenta con i consiglieri di opposizione), ma non al punto da spingerlo a fare qualcosa di concreto e di credibile. 
Il problema evidentemente non è personale, anche se una componente di soggettività esiste, ma politico generale. La destra, in Lombardia, una seria politica antimafia non la vuole fare. L'ultima dimostrazione che le cose stanno così è che la Regione governata da PdL e Lega ha precluso, con il solito mezzuccio burocratico, alla più nota associazione antimafia, Libera, di partecipare al bando per iniziative contro la criminalità.
Lo denuncia il PD regionale che nel suo notiziario settimanale scrive:
Era l'8 febbraio 2011 quando in Consiglio regionale si discuteva la legge sul contrasto alla criminalità: in quell'occasione l'assessore alla protezione civile, polizia locale e sicurezza La Russa presentò un emendamento per escludere Libera, la nota associazione antimafia, dai beneficiari dei contributi regionali, documento che, dopo le dure proteste delle opposizioni,venne ritirato. La questione sembrava essere chiusa un anno fa ed invece no: nel primo bando riferito a quella legge, che riguarda iniziative di contrasto alle truffe agli anziani, arrivato questa settimana all'attenzione della commissione affari istituzionali, Libera è esclusa. Nei criteri per accedervi, infatti, è introdotta l'iscrizione all'albo regionale delle associazioni, mentre Libera è un'associazione di carattere nazionale. Un pericoloso precedente, che potrebbe determinare l'esclusione di Libera da tutti i bandi relativi alla stessa legge.
Franco Mirabelli e Carlo Borghetti, durante i lavori di commissione, hanno chiesto spiegazioni e cercato di far modificare il bando. "L'assessorato di La Russa - spiegano polemicamente i due consiglieri del PD - ha introdotto un criterio che nella legge non c'è. Si è voluto escludere per ragioni politiche, usando una furbizia, un'associazione che combatte da anni contro le mafie. E si è introdotto un precedente, che apre la strada dell'esclusione dell'associazione dai prossimi bandi per le iniziative di sensibilizzazione contro la criminalità organizzata. La Russa in Aula era stato esplicito nell'attaccare Libera e ora, scrivendo il bando, ha dato seguito al suo intento. Per noi è inaccettabile". 

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