mercoledì 18 novembre 2009

Lares: l'estrema unzione

Su richiesta dei lavoratori Lares pubblico e invito tutti a leggere la copia di questa comunicazione che si può visionare in originale sul blog http://blog.libero.it/Laresblog/view.php?nocache=1258397809 . Buona lettura

Di seguito la lettera che il sindaco dopo due mesi di attesa ha fatto consegnare e probabilmente redigere, considerando tutti i termini burocratici-legali contenuti in essa, dall'avvocato del Comune, ai lavoratori della Lares. La lettera in questione non fa che ripetere tutti gli impedimenti che i lavoratori conoscevano già e costituisce tutto ciò che ha prodotto l'interessamento del sindaco. In pratica ci dà l'estrema unzione.

IL SINDACO
www.comune.paderno-dugnano.mi.it sindaco@comune.paderno-dugnano.mi.it
Novembre 2009 Documento 1

Ai Lavoratori Lares -comitato PROTOCOLLO N. 63.697 DEL '1 6.1 1 .200e (Classificazione:tit._2_cl._1_fascicolo_2 ), e p.c.

Ho ricevuto la Vostra lettera aperta del 23 settembre scorso, prot. comunale 5211512009, cui desidero rispondere puntualmente, dopo avere assunto anche gli opportuni chiarimenti tecnico-giuridici presso gli uffici comunali, confermandoVi, ancora una volta, la perdurante collaborazione istituzionale del Comune di Paderno Dugnano nella vicenda che Vi coinvolge, nel rispetto, com'è naturale, dei principi di legittimità che il nostro ordinamento prevede.
Chiedete, in primo luogo, l'avvio di un procedimento urbanistico, per la modifica della
destinazione dell'area "Lares", perché ritorni a vocazione produttiva industriale. Con rammarico, debbo, purtroppo, evidenziarvi alcune circostanze, di carattere giuridico, che precluderebbero una legittima determinazione in tal senso da parte del Comune, per una serie di motivi che di seguito vi riassumo.
Innanzi tutto, ferma restando la regola generale del potere discrezionale dell'attività
pianificatoria comunale, non significa che questa possa essere arbitraria. Nel caso dell'area Lares, sembra, oggi, molto difficile trovare una legittima motivazione di variante che rispetti i criteri fondamentali di ragionevolezza, buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa pianificatoria: il mantenimento dell'attività produttiva in una zona già in parte trasformata (e che presenta, oggi, quindi una vocazione residenziale) si scontra, infatti, con i principi urbanistici sopra elencati. lnoltre, si deve tenere conto anche delle valutazioni espresse nel corso degli anni
dall'ASL e dall'ARPA, che hanno formulato parere positivo circa la trasformazione urbanistica, awiata nel 2004, richiedendo espressamente, nel contempo, la completa riqualificazione dei due subcomparti, anche se effettuata in due fasi. Ancora, si deve considerare un ulteriore elemento che non può essere trascurato: l'area è al momento interessata da un PII in attuazione, circostanza che costituisce ulteriore vincolo alla possibilità di procedere legittimamente ad una variante urbanistica.Dovete, poi, considerare che l'area di Via Roma, 88 non è di proprietà comunale ma di privati, con obbligo di rilascio della stessa da parte di Lares S p.A, oggi in stato di fallimento, al 31.12.2009. ll fallimento di Lares che, tra l'altro, non è in esercizio provvisorio (l'attività produttiva, cioè, non è più in corso), sta perseguendo la naturale finalità liquidativa, come previsto dalla legge, ragione per cui, conseguentemente, non è ascrivibile in capo allo stesso alcun obbligo di trasferire in altra area la "impresa Lares S.p.A.". Come sopra ho già accennato, l'unico onere che, sotto questo profilo, grava sul fallimento è quello di liberare l'area attualmente occupata. Non è detto, naturalmente, che i tempi della procedura fallimentare consentano in pratica la possibilità di effettivo spostamento dei beni dell'azienda altrove, prima che gli stessi siano completamente venduti.
Precisato quanto sopra, per rispondere, dunque, alla Vostra ulteriore istanza di consentire l'utilizzo dell'area Lares di Via Roma, 88, al fine di avviare siti di ricerca e produzione, debbo segnalare che anche ipotizzando di dare seguito ad una variante, nei termini da Voi richiesti (intervento che ripeto appare poco percorribile dal punto di vista della coerenza urbanistica e della legittimità procedimentale), non sussisterebbe, in ogni caso, la disponibilità materiale dell'area, perché come detto, la stessa è di proprietà di soggetti privati, in base a contratti e accordi nei quali il Comune non è parte.
Quanto alla convocazione di un'adunanza straordinaria da Voi richiesta, posso già rispondere che all'inizio del prossimo anno è mia intenzione convocare un'assemblea pubblica, che consenta un'ampia discussione sulla problematica occupazionale rivolta anche ad altre realtà produttive, confermando la disponibilità del Comune a collaborare per supportare tutti i lavoratori che oggi, unitamente alle loro famiglie, si trovano ad affrontare una così difficile e delicata situazione lavorativa.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

MI CHIEDO DOVE ERANO QUESTI LAVORATORI SEI ANNI Fà, quando il sindaco Casati e Massetti trasformavano l'area da industriale a residenziale.
ricordo a questi lavoratori, che durante la campagna elettorale del 2004 erano ben felici di votare Massetti e Casati per i 100.000 metri cubi trasformati alla Lares.
ora facciano un esame di coscenza e vadano a ringraziare Massetti e Casati.

Gianluca F.

Anonimo ha detto...

Ma dove sono andati a finire i colpetti paternali sulle spalle, i "sono orgoglioso di questi miei cittadini" e la faccia triste delle circostanze tragiche da mostrare alla telecamera...
Era proprio necessario l'utilizzo di un avvocato per redigere la lettera? Sindaco Alparone lei non ha nemmeno il coraggio di usare parole sue e si nasconde dietro a un migliaio di termini burocratici per parlare agli operai. Ma facciamo così tanta paura oppure le diamo semplicemente fastidio?
Non era l'elenco degli ostacoli che qualcuno altro ha messo sulla strada della salvezza del nostro posto di lavoro che volevamo sapere e che conoscevamo già, ciò che ci aspettavamo da lei era un qualche tipo di soluzione, un impegno serio nei nostri confronti e un aiuto concreto, non un elenco formale stilato dall'avvocato comunale e che lei chiama "studio tecnico".
Così grottesca poi la parte in cui lei ci rimanda all'anno prossimo per una riunione sulle
problematiche del lavoro.
Bontà sua.

I "suoi" lavoratori

Anonimo ha detto...

Smettiamola di dire scempiaggini, i lavoratori sono sempre stati fra l'incudine e il martello, oggi come allora. Cosa potevano opporre al "o così o tutti a casa?".
Si può chiamare scelta? e per favore smettiamo di fare recriminazioni politiche sulle spalle di persone che, non so se si è capito bene, ma sono state le vittime e non i responsabili di tutto il pasticcio.
Fattelo tu un esame di coscienza e chiedeti cosa avresti fatto tu al loro posto e con una famiglia da mantenere. I lavoratori si sono fidati di chi li governava in quel momento, nello stesso modo di chi li governa adesso e probabilmente sbagliandosi in entrambi i casi.

Angelo

Anonimo ha detto...

chi governa cerca di fare il possibile,pur non avendo la bacchetta magica,io lo so bene,sono da un lato lavoratore,e da un lato politico...io dico solo di non mollare in alcun caso,il lavoro non ha partito e colore

Andrea

Anonimo ha detto...

per l'anonimo eretto a palladi no dei lavoratori, faccio una domanda hai mai seguito il probblemea delle aziende del nostro comune?
ti sei mai chiesto quante volte Marco Alparone Ha già ricevuto i lavoratori delle aziende in crisi?
io penso tutti i giorni e certamente non rispodeva l'avvocato come dici tu, ma si rende disponibile a dare personalmente le risposte di persona.

Gianluca F.

Anonimo ha detto...

Ringraziamo Andrea per l'incoraggiamento. Vogliamo solo dire che non siamo noi quelli che hanno mollato, noi siamo ancora quì nel capanno delle biciclette a presidiare e a cercare di far valere il nostro diritto al lavoro e ad una vita normale.

I lavoratori Lares

Anonimo ha detto...

penso che il sindaco si sia dedicato
alle strette di mano ad un paio di sorrisi ed a se ,ma non so, forse , vedremo, quindi a una politica di gestione di pompiere, e un verro peccato, poveri lavoratori povere famiglie, POLITICA sia di DX che SX
FALLITA

Anonimo ha detto...

ma voi che giudicate tutto e tutti, pensate che un sindaco abbia tutti i poteri che vuole per fare quello che vuole?? questa non è una difesa al sindaco attuale ma una constatazione su cosa può e non può fare un sindaco e una giunta.
Nelle situazioni in cui è la lares ( un'azienda senza neache piu il terreno) non si può piu fare niente.
Cosa dovrebbe fare ora il sindaco? trovare un compratore o obbligare un imprenditore ad acquistare qualcosa che non cè piu?? trasformare nuovamente l'area da edificabile a industriale?? e i danni che chiederebbe al comune la FILCA chi li pagherebbe?? non si parla di noccioline ma di parecchi milioni di euro quindi smettiamola di accusare tutto e tutti e guardiamo in faccia la realtà bella o brutta che sia. I lavoratori purtroppo in un periodo di crisi come questo devono trovarsi una nuova occupazione e anche se è brutto dirlo visto che non è una cosa semplice è cosi.punto.

Anonimo ha detto...

Non sono daccordo con chi dice che non si poteva fare niente per i Lavoratori Lares. Certo ci sarebbe voluto un gran bell'impegno da parte delle istituzioni, delle autorità politiche e delle strutture sociali locali. Tutti pezzi di un puzzle che si poteva provare a comporre. Si potevano mettere insieme le tessere con i fondi in regione a disposizione delle aziende in crisi,con la richiesta alla Filca (considerando che il mercato immobiliare è fermo)una proroga del contratto di affitto di un'anno per permettere all'azienda di riallacciare tutta la sua rete commerciale e di produzione ed infine si poteva aggiunerela localizzazione un sito dove l'azienda sarebbe potuta successivamente migrare. Si sarebbe potuto darle un pò più di ossigeno e provare a salvare il posto di lavoro a tutti quei lavoratori e a non buttare via una fonte di ricchezza per la comunità.
A coloro che pensano che non ci siano soluzioni possibili, io li inviterei a dare un'occhiata alle vicende di tutte quelle aziende (tipo Inse) giudicate spacciate e poi recuperate successivamente, e gli chiederei :cosa pensate che sarebbe successo se i lavoratori avessero accettato quelle decisioni e non si fossero opposti e non avessero lottato per difendere il loro posto di lavoro?