venerdì 13 novembre 2009

Bibilioteca Tilane: un bel silenzio non fu mai scritto

Da tempo le modalità di gestione della Biblioteca Tilane sono al centro di numerose lamentele da parte di studenti padernesi che denunciano la sua insopportabile rumorosità. Fenomeno provocato non solo, ma anche dal personale addetto che per primo si comporta in modo scorretto, non solo non facendo rispettare il silenzio, ma addirittura facendo rumore e in alcune occasioni (ne sono stato testimone io stesso) diffondendo musica a volume non proprio basso.
Era nato per questo un gruppo su Facebook che ha raccolto firme a sostegno di una lettera inviata al Comune mercoledì scorso e protocollata in cui si legge tra l'altro:
"In biblioteca non c'è mai silenzio. Tra il "bip" dei lettori di codice a barre, il vociare degli utenti (bambini ed adulti) e di voi bibliotecari non c'è proprio un attimo di pace. Ci dispiace dovervi chiedere questo, ma vi saremmo infinitamente grati se poteste alleviare questo nostro disagio.
In primo luogo, vi chiediamo di non chiamarvi da una parte all'altra della biblioteca e di parlare sotto voce con gli utenti. In secondo luogo vi pregheremmo di farvi "garanti del silenzio", ovvero di contribuire attivamente al mantenimento di un clima in cui sia possibile studiare: questo comporterebbe invitare al silenzio utenti rumorosi e promuovere una concezione della biblioteca come luogo di studio e quindi di quiete.
Siamo coscienti del fatto che non ci sono porte in questa biblioteca e che quindi è difficile mantenere il silenzio però siamo sicuri che con il vostro aiuto la situazione può migliorare enormemente. Viceversa, senza la vostra collaborazione è sicuramente impossibile riuscire a studiare a Le Tilane".

La risposta ufficiale non è ancora arrivata ovviamente, ma quella a mezzo stampa è arrivata subito. Oggi su un settimanale locale è comparso un articoletto in cui gli addetti al servizio rispondono alla lettera degli studenti più o meno così: la colpa è del progetto architettonico che non concepiva la biblioteca come luogo di studio, ma come luogo di incontro. La biblioteca è un open space, un gran via vai di persone, dove non è prevista una sala di lettura chiusa e dunque è impossibile pretendere la quiete.

Cari amici, non ci siamo. Voi "vociate", vi chiamate da una stanza all'altra, non osservate il silenzio e non dite a nessuno di fare silenzio, e la colpa di tutto questo sarebbe di Gae Aulenti e del suo open space (come se non esistessero biblioteche open space più silenziose della Tilane)? Voi vi comportate come dei commessi di megastore e date la colpa al design della biblioteca?

4 commenti:

Massimo ha detto...

Ciao Carlo, recentemente ho letto che è stata prevista la chiusura dell'area studio e dell'area kids con apposite vetrate. Non so se il giornale che hai menzionato era in ritardo sui recenti sviluppi, ma il ricorso alle vetrate dovrebbe accontentare tutti, gli studenti che disporrebbero della classica area studio insonorizzata, i bimbi che resterebbero confinati nel loro spazio e Gae Aulenti che non vedrebbe irrimediabilmente compromesso lo spirito del progetto.

Massimo Negrisoli

carlo arcari ha detto...

Bene Massimo, la soluzione strutturale, ma il problema dei comportamenti dei gestori e dei frequentatori del luogo che spontaneamente non si adeguano alle regole tipiche di una biblioteca resta. Saper equilibrare le esigenze di lettura, studio, incontro socializzazione non è solo un problema di pareti vetrate, ma di progettualità complessiva del luogo che mi sembra ancora carente. Il caffè letterario che sta per venire appaltato e il centro culturale che sarà inaugurato tra poco potranno rispondere alle esigenze di socializzazione, ma un caffè letterario non è un pub o un semplice bar annesso a una biblioteca. Insomma quello che non si vede emergere è un progetto culturale complessivo di sviluppo di questa ambiziosa struttura e il vuoto fatalmente si riempie di rumore, in mancanza d'altro.

ernesto ha detto...

Capisco che ognuno tende a difendere i suoi comportamenti, voglio però ricordare che la Gae Aulenti non ha progettato gli spazi in modo esclusivamente architettonico,ha redatto il tutto in base a delle indicazioni che erano frutto di un apposito gruppo di lavoro (Dirigente e esperti del settore), prendendo ad esempio quanto di più innovativo c'è nel panorama europeo. Forse quando aprliamo di guardare all'Europa dovremmo anche vedere quali sono i comportamenti degli utenti negli altri paesi, dicendo che soprattuto l'esempio lo dovrebbero dare che gestisce il servizio, dal Dirigente ai lavoratori. La progettazione degli spazi ha seguito le indcazioni dei tecnici del settore, se hanno sbagliato lo si dica facendo magari proposte alternative e non credo rientri nei compiti del Sindaco o della Giunta la progettazione.
Ernesto

Anonimo ha detto...

E' sempre e solo questione di rispetto delle regole e di buona creanza.
Comincino gli adulti a rivedere i loro comportamenti( ho visto appena qualche ora fa, un mamma al volante aprire il finestrino e buttare cartacce in strade, con due bambini presenti in auto),rispettino le regole ed insegnino ai loro figli a rispettarle anch'essi. Non c'è niente di complicato, l'educazione comincia in famiglia. Non cerchiamo sempre altrove le responsabilità delle nostre incapacità.