sabato 27 giugno 2009

Cronaca del Consiglio Comunale

Ieri sera primo Consiglio Comunale dell’era Alparone. Il neo sindaco di Paderno Dugnano avrebbe voluto tenerlo all’aperto nella scenografia di Piazza della Resistenza per dare la massima pubblicità al suo insediamento, ma un temporale estivo gli ha guastato l’effetto e si è dovuto accontentare dell’aula comunale gremita di cittadini.
La giunta da lui nominata (sei le deleghe affidate: Bogani, vicesindaco, titolare di Urbanistica, Edilizia Privata e Parco Grugnotorto; Ruzzon, Bilancio, Tributi e Pari opportunità; Salgaro, Lavori pubblici, Edilizia popolare e Patrimonio; Tagliabue, Cultura, Scuola, Eventi, Identità; Tonello, Ambiente, Trasporti, Reti pubbliche; Di Maio, Personale, Organizzazione e Servizi, Anagrafe, Aziende partecipate, Polizia locale, Viabilità e Commercio) ha schierato al tavolo due cravatte verdi d’ordinanza, quelle dei leghisti Bogani e Tagliabue che non hanno applaudito con calore quando il sindaco ha giurato “di osservare la Costituzione” e tantomeno cantato l’Inno di Mameli accompagnato dalla banda municipale e intonato, mano sul cuore, ma con un labiale incerto, da Alparone e qualche altro assessore e consigliere.
Sui banchi dell’opposizione si notava l’assenza dell’ex sindaco Massetti, ancora convalescente per un recente intervento chirurgico.
Poi l’assemblea è entrata nel merito delle prime cose da fare proposte e approvate con la guida sicura ed esperta del consigliere “anziano” (quello più votato), Papaleo, in funzione di presidente dell’assemblea: convalida degli eletti e sostituzione del leghista Bisi che ha rinunciato a favore di Turati. Eletta senza problemi anche la Commissione elettorale: Pepe (PdL), Cerioni (Idv), Bonandin (Lega).
Meno liscia è andata la nomina di Presidente del Consiglio Comunale che prevedeva il quorum dei due terzi in prima votazione. Risultato: 16 voti al consigliere PdL, Papaleo, 8 alla consigliera PD, Pedretti, 2 astenuti. Tutto rimandato alla prossima seduta dove forse si troverà un accordo.
Questa prima serata ha visto emergere personalità e ruoli ben precisi: tra questi quello di animatore-provocatore assunto con efficacia dall’ex assessore Anelli, unico rimasto a rappresentare la sinistra senza trattini in Consiglio Comunale. Ha chiesto ai vincitori di lasciare la carica di guida del Consiglio all’opposizione, citando l’esempio improbabile di Nilde Jotti, e ha definito il neo assessore Di Maio ex alleato del centro sinistra nella scorsa legislatura, “il Mastella di Paderno Dugnano”.
Alparone ha letto il suo programma, applaudito alla fine senza eccessivo entusiasmo dalla sala anche perché si è rivelato, per sua stessa ammissione, una lunga lista di intenzioni più che di programmi, molto simile a quella presentata dal centro sinistra in campagna elettorale e in buona parte riferita a progetti già avviati o realizzati dalla giunta precedente (telecamere, vigile di quartiere, segretariato sociale). La parola da lui più usata, infatti, è stata “continuità”, seguita da dialogo, apertura e ascolto, mentre il “cambiamento” era affidato a: lotta all’abusivismo per rilanciare il piccolo commercio, difesa dei mercati rionali, recupero delle corti “storiche” e delle cascine, istituzione di ronde “telefoniche”, priorità per l’accesso agli asili nido ai genitori che lavorano residenti da 5 anni, case popolari per giovani coppie residenti da 5 anni, revisione dei parcheggi, sostegno alla famiglia, e via elencando alla rinfusa: PGT, nuovo Piano del Traffico, collegamento con la MM, nuovo Palasport, assistenza domiciliare, riapertura delle cucine scolastiche, scuola bus con posti a sedere per tutti, interramento “parziale” della Rho-Monza, più verde, più parchi, più servizi, più, più...
Il dibattito seguito alla sua lettura ha visto emergere l’abilità del capogruppo PD, Coloretti, che dopo aver definito in larga parte condivisibile il programma della nuova giunta, perché in totale continuità con il lavoro svolto o realizzato in precedenza, ha assicurato Alparone che l’opposizione non negherà mai l’appoggio a questi obiettivi, ma che contrasterà quei cambiamenti di rotta che porterebbero la città fuori dal percorso intrapreso, e ha concluso, ricordando le ristrettezze in cui versa il bilancio degli enti locali privi dell'entrata ICI, chiedendogli: “Quanto costa questo programma?”.
Su altri punti palesemente ideologici del programma di Alparone, quelli relativi alle tradizioni, all’integrazione degli stranieri, alla centralità degli oratori nelle politiche educative e giovanili, è toccato alla consigliera Pedretti, storica preside della scuola cattolica Don Bosco, intervenire per difendere la libertà di scelta educativa delle famiglie e il concetto di laicità delle istituzioni, tradotto in rispetto delle nostre, ma anche delle altrui tradizioni “Non possiamo costringere tutti ad andare all’oratorio” ha detto.

Il capogruppo della maggioranza, Rimoldi, ha esortato l’opposizione a rinunciare ad essere tale, cioè a svolgere il proprio ruolo, ma ad “essere costruttiva” come se la critica e il contrasto di decisioni giudicate negative per la città non fossero un dovere di ogni minoranza in Consiglio Comunale. Boggia per il PD ha ricordato che il programma del Sindaco non è una pagina bianca da riempire con i cittadini, come egli afferma, ma che reca scritta con l’inchiostro simpatico una lista di scelte già prese che sarà chiara a tutti a tempo debito. La seduta si è conclusa con la votazione e l’approvazione a maggioranza delle linee programmatiche e il rinvio alla prossima per le nomine di presidente e vicepresidente del Consiglio Comunale.
La serata ha visto emergere nettamente due modi di vedere e di intendere la politica e la democrazia e questo era prevedibile. Ha mostrato chiaramente che la nuova giunta un vero programma non ce l’ha (o non lo rivela per ora) e che nella tradizione della neodestra berlusconiana procederà affrontando le situazioni mano a mano che si presenteranno, gestendo i problemi più che governandoli, o secondo lo stile leghista cercando di coinvolgere la città in “campagne” basate sulle emozioni e le paure percepite da risolvere con le ronde. Alparone sembra intenzionato a occuparsi delle relazioni con i cittadini mentre il vicesindaco Bogani (che in tutta la serata non ha dato segni di vita) presidierà con le sue deleghe la materia che in ogni città rappresenta il cuore vero della politica: l’urbanistica.

2 commenti:

Andrea Barison ha detto...

Trovo questo commento interessante e utile, soprattutto perchè non ho potuto assistere alla serata.
Ringrazio e non mancherò di leggere i prossimi articoli.

Cordiali saluti
Andrea

Anonimo ha detto...

vi invio il link video delle nomine del consiglio comunale
un saluto paolo galli
http://www.youtube.com/watch?v=0TAWWsLyC9M