Il mio pettirosso da combattimento
oggi è venuto sul balcone a cinguettarmi questa succosa notizia
pubblicata da Repubblica, inserto milanese, il 20 settembre 2014.
La notizia è relativa un importante personaggio padernese, esponente dei "poteri forti" della città (sostenitore di
Alparone), convocato in Procura a seguito dell'inchiesta su Expo.
Si tratta di Giuseppe Asti, lo stesso imprenditore titolare del cosiddetto "AT6", unico piano
attuativo adottato un mese prima delle elezioni amministrative (l'area era agricola ed era dentro il Parco Grugnotorto, ma col nuovo Pgt voluto da Alparone è stata tolta dal parco per consentire la costruzione di un capannone) approvato in gran fretta
dall'Amministrazione Comunale? Sì,è proprio lui.
Non è per caso il Sig. Asti anche uno dei potenti finanziatori della campagna elettorale di Alparone? Questo il pettirosso di preciso ancora non lo sa, ma non
sarebbe difficile scoprirlo consultando le dichiarazioni obbligatorie
(credo presso il Collegio regionale di garanzia della Corte d'Appello
o richiedendolo al Sindaco di Paderno :"dati sui singoli
eletti"..).
Di seguito l'articolo di Repubblica. A qualcuno
della minoranza eletta in Consiglio Comunale l'argomento interessa?
Un manager delle Vie d'acqua ascoltato
in procura dal pm
Dopo l'iscrizione nel registro degli
indagati di Antonio Acerbo, responsabile del Padiglione Italia,
dimessosi due giorni fa da commissario delegato per le Infrastrutture
di Expo, è comparso ieri in procura Giuseppe Asti, a.d. di Tagliabue
spa, una delle società che — nell'associazione temporanea
d'imprese con Maltauro — ha vinto l'appalto di Expo per le "Vie
d'Acqua".
Accompagnato dal suo legale, Giuseppe Fiorella,
l'imprenditore è rimasto davanti al pm Claudio Gittardi (titolare
dell'indagine insieme al pm Antonio D'Alessio) e agli investigatori
della sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza per
circa un'ora e mezza. Secondo l'accusa, l'appalto sarebbe stato
pilotato a favore del gruppo d'imprese guidato da Maltauro, in cambio
di presunte tangenti. Mercoledì scorso i finanziari avevano
proceduto a perquisizioni negli uffici della Tagliabue, oltre che
nella sede della Maltauro a Vicenza e del campo base di Expo, a Mazzo
di Rho.
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